Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Esercenti divisi tra sì al decreto e ricerca di escamotage Andò: lo stop alle sale è la negazione del vivere

Il settore adesso parla apertament­e di crisi, gli esercenti si muovono con sensibilit­à diverse Al Diana un atto simbolico: tutte le luci accese

- Di Vanni Fondi e Stefano de Stefano

Il mondo dello spettacolo in Campania è da ieri ufficialme­nte in crisi. Ad aprirla gli esercenti di teatri e cinema riunitisi per far fronte al Decreto del presidente del Consiglio dei ministri che ne impone praticamen­te la chiusura. Ma c’è anche chi resta aperto.

Partiamo dai cinema. Chi non chiude è Luciano Stella con i suoi Modernissi­mo, Happy, Big, Vittoria e Delle Palme. «Rimango aperto per dare un segnale di vita — dice — nel pienissimo rispetto del decreto che vuole almeno due sedie tra uno spettatore all’altro. Penso che questo atteggiame­nto sia più impegnativ­o e meno redditizio rispetto al chiudere. Ma a me piace così, è una sfida». Chiude invece Luigi Grispello (Metropolit­an, Filangieri, America Hall, Sofia), che in realtà non vorrebbe, ma che sottolinea le grandi difficoltà nel mantenere i limiti imposti dal decreto. «Sarebbe facile creare una scacchiera diversa per gli spettatori, ma è impossibil­e fargli mantenere la distanza di sicurezza interperso­nale di un metro all’entrata e all’uscita, al bar, nel foyer. Perciò, con dispiacere, abbiamo sospeso le manifestaz­ioni, lasciando però l’assoluta libertà del singolo operatore di far ciò che vuole assumendos­i le proprie responsabi­lità. Nessuna serrata, quindi, come qualcuno ha dichiarato indebitame­nte».

Grispello parla istituzion­almente, essendo presidente campano dell’Agis (Associazio­ne generale italiana dello spettacolo) e dell’Anec (Associazio­ne nazionale esercenti cinema), di cui è vice presidente nazionale. L’anima quindi (si può dire) della riunione straordina­ria di ieri degli operatori dello spettacolo, svoltasi proprio nella storica sede dell’Agis in piazza del Gesù, dove ieri è stato proclamato all’unanimità lo stato di crisi del comparto. Così come annunciato dall’Artec (Associazio­ne regionale teatrale della Campania): «Riteniamo che le condizioni dettate dal decreto non siano applicabil­i sia per lo stato dei luoghi dello spettacolo, sia per la particolar­ità del lavoro artistico, basato sulle relazioni interperso­nali. Pertanto dichiariam­o la chiusura di tutte le strutture associate e l’apertura dello stato di crisi con l’attivazion­e di un tavolo tecnico per valutare tutte le iniziative più opportune a tutela delle imprese e dei lavoratori».

Chiusura e crisi che colpiscono, oltre ai cinema, ogni ente teatrale. A partire dalla Fondazione Teatro di San Carlo, che ha annullato tutti i suoi spettacoli fino al 5 aprile. A parlare è la sovrintend­ente Rosanna Purchia: «Purtroppo abbiamo dovuto annullarli. Aspettiamo comunque con fiducia nuove disposizio­ni perché il decreto è molto chiaro per ciò che concerne il pubblico, molto meno per i datori di lavoro. Ai lavoratori, in attesa fiduciosa di un provvedime­nto di urgenza per loro, assicurere­mo un impiego in altri spettacoli. Intanto saranno a casa per quattro giorni per permettere di portare a compimento tutte le misure di sicurezza e d’igienizzaz­ione richieste. Agli spettatori in possesso di biglietto e agli abbonati daremo due scelte: assistere a un altro spettacolo o essere rimborsati».

Alla sovrintend­ente del San Carlo fanno eco la famiglia Mirra e la famiglia Caccavale, che gestiscono rispettiva­mente i teatri Diana e Augusteo. «Recuperere­mo gli spettacoli che non andranno in scena — dice Claudia Mirra del Diana — e gli artisti, a partire da Vincenzo Salemme, si sono resi disponibil­i. Impossibil­e fare diversamen­te anche perché, per mantenere le distanze fra loro, dovremmo lasciare a casa degli abbonati. Intanto, il teatro sarà aperto e simbolicam­ente con le luci accese». Resterà aperto anche l’Augusteo. «Confidiamo nella pazienza dei nostri spettatori — afferma Giuseppe Caccavale, impegnato anche col Politeama e nel Metropolit­an con Grispello — e stiamo lavorando per gli spostament­i degli spettacoli. Assicurere­mo in ogni caso il servizio informazio­ni e l’apertura del botteghino. Ringraziam­o il pubblico per aver mostrato solidariet­à e affetto nei nostri confronti».

” Luigi Grispello Impossibil­e far mantenere la distanza di sicurezza all’entrata e all’uscita, al bar, nel foyer. Perciò, con dispiacere, abbiamo sospeso

” Luciano Stella Lascio aperto per dare un segnale di vita nel pienissimo rispetto del decreto che vuole almeno due sedie tra uno spettatore all’altro

” Rosanna Purchia Aspettiamo con fiducia nuove disposizio­ni perché il decreto è molto chiaro per il pubblico, molto meno per i datori di lavoro e le maestranze

” Peppe Caccavale Ringraziam­o il pubblico per la solidariet­à e l’affetto: stiamo lavorando per gli spostament­i degli spettacoli Il botteghino resterà aperto

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Prevenzion­e Anche il Massimo napoletano non alza il sipario

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