Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Esercenti divisi tra sì al decreto e ricerca di escamotage Andò: lo stop alle sale è la negazione del vivere
Il settore adesso parla apertamente di crisi, gli esercenti si muovono con sensibilità diverse Al Diana un atto simbolico: tutte le luci accese
Il mondo dello spettacolo in Campania è da ieri ufficialmente in crisi. Ad aprirla gli esercenti di teatri e cinema riunitisi per far fronte al Decreto del presidente del Consiglio dei ministri che ne impone praticamente la chiusura. Ma c’è anche chi resta aperto.
Partiamo dai cinema. Chi non chiude è Luciano Stella con i suoi Modernissimo, Happy, Big, Vittoria e Delle Palme. «Rimango aperto per dare un segnale di vita — dice — nel pienissimo rispetto del decreto che vuole almeno due sedie tra uno spettatore all’altro. Penso che questo atteggiamento sia più impegnativo e meno redditizio rispetto al chiudere. Ma a me piace così, è una sfida». Chiude invece Luigi Grispello (Metropolitan, Filangieri, America Hall, Sofia), che in realtà non vorrebbe, ma che sottolinea le grandi difficoltà nel mantenere i limiti imposti dal decreto. «Sarebbe facile creare una scacchiera diversa per gli spettatori, ma è impossibile fargli mantenere la distanza di sicurezza interpersonale di un metro all’entrata e all’uscita, al bar, nel foyer. Perciò, con dispiacere, abbiamo sospeso le manifestazioni, lasciando però l’assoluta libertà del singolo operatore di far ciò che vuole assumendosi le proprie responsabilità. Nessuna serrata, quindi, come qualcuno ha dichiarato indebitamente».
Grispello parla istituzionalmente, essendo presidente campano dell’Agis (Associazione generale italiana dello spettacolo) e dell’Anec (Associazione nazionale esercenti cinema), di cui è vice presidente nazionale. L’anima quindi (si può dire) della riunione straordinaria di ieri degli operatori dello spettacolo, svoltasi proprio nella storica sede dell’Agis in piazza del Gesù, dove ieri è stato proclamato all’unanimità lo stato di crisi del comparto. Così come annunciato dall’Artec (Associazione regionale teatrale della Campania): «Riteniamo che le condizioni dettate dal decreto non siano applicabili sia per lo stato dei luoghi dello spettacolo, sia per la particolarità del lavoro artistico, basato sulle relazioni interpersonali. Pertanto dichiariamo la chiusura di tutte le strutture associate e l’apertura dello stato di crisi con l’attivazione di un tavolo tecnico per valutare tutte le iniziative più opportune a tutela delle imprese e dei lavoratori».
Chiusura e crisi che colpiscono, oltre ai cinema, ogni ente teatrale. A partire dalla Fondazione Teatro di San Carlo, che ha annullato tutti i suoi spettacoli fino al 5 aprile. A parlare è la sovrintendente Rosanna Purchia: «Purtroppo abbiamo dovuto annullarli. Aspettiamo comunque con fiducia nuove disposizioni perché il decreto è molto chiaro per ciò che concerne il pubblico, molto meno per i datori di lavoro. Ai lavoratori, in attesa fiduciosa di un provvedimento di urgenza per loro, assicureremo un impiego in altri spettacoli. Intanto saranno a casa per quattro giorni per permettere di portare a compimento tutte le misure di sicurezza e d’igienizzazione richieste. Agli spettatori in possesso di biglietto e agli abbonati daremo due scelte: assistere a un altro spettacolo o essere rimborsati».
Alla sovrintendente del San Carlo fanno eco la famiglia Mirra e la famiglia Caccavale, che gestiscono rispettivamente i teatri Diana e Augusteo. «Recupereremo gli spettacoli che non andranno in scena — dice Claudia Mirra del Diana — e gli artisti, a partire da Vincenzo Salemme, si sono resi disponibili. Impossibile fare diversamente anche perché, per mantenere le distanze fra loro, dovremmo lasciare a casa degli abbonati. Intanto, il teatro sarà aperto e simbolicamente con le luci accese». Resterà aperto anche l’Augusteo. «Confidiamo nella pazienza dei nostri spettatori — afferma Giuseppe Caccavale, impegnato anche col Politeama e nel Metropolitan con Grispello — e stiamo lavorando per gli spostamenti degli spettacoli. Assicureremo in ogni caso il servizio informazioni e l’apertura del botteghino. Ringraziamo il pubblico per aver mostrato solidarietà e affetto nei nostri confronti».
” Luigi Grispello Impossibile far mantenere la distanza di sicurezza all’entrata e all’uscita, al bar, nel foyer. Perciò, con dispiacere, abbiamo sospeso
” Luciano Stella Lascio aperto per dare un segnale di vita nel pienissimo rispetto del decreto che vuole almeno due sedie tra uno spettatore all’altro
” Rosanna Purchia Aspettiamo con fiducia nuove disposizioni perché il decreto è molto chiaro per il pubblico, molto meno per i datori di lavoro e le maestranze
” Peppe Caccavale Ringraziamo il pubblico per la solidarietà e l’affetto: stiamo lavorando per gli spostamenti degli spettacoli Il botteghino resterà aperto