Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Giudice contagiato Il tribunale resta chiuso per quattro giorni Impiegati in quarantena
Opera nel settore penale della corte d’Appello, disposto l’isolamento dei locali Da qualche giorno era tornato dalla Lombardia dopo un periodo di congedo Disposte nuove operazioni di pulizia e sanificazione di tutti i locali giudiziari
NAPOLI Il ciclone Coronavirus ha infine travolto anche gli uffici giudiziari di Napoli. Un giudice penale in servizio in Corte d’appello è risultato positivo dopo avere trascorso qualche giorno a Milano: in seguito a ciò il presidente, Giuseppe De Carolis di Prossedi, ha prima bloccato le attività di due sezioni, la IV e la V, disponendo la chiusura delle cancellerie (che si trovano ai piani 14 e 15 della Torre C). Quindi, di concerto con il procuratore generale, Luigi Riello, ha disposto la sospensione di «tutte le attività giurisdizionali e amministrative non di somma urgenza» fino a lunedì incluso: in questi giorni si svolgerà infatti una nuova igienizzazione e disinfezione degli uffici giudiziari, che nel caso degli uffici del giudice di pace di Barra e Ponticelli proseguirà anche martedì. Le operazioni saranno a cura della Direzione generale per la gestione e manutenzione degli uffici giudiziari e dell’Asl, con la collaborazione delle forze di polizia. Tutto il personale è autorizzato ad assentarsi; in un secondo momento si deciderà a quale titolo. Fanno eccezione alcuni volontari che dovranno provvedere a liberare le scrivanie da documenti e faldoni per consentire l’operazione. Il personale entrato in contatto lunedì 2 marzo con il magistrato risultato positivo (era rientrato da Milano il giorno precedente dopo un breve periodo di congedo) è ora in quarantena e di conseguenza si assenterà fino al 17 marzo. Le udienze in programma nei giorni di chiusura del Palazzo di Giustizia fino a martedì saranno rinviate. Successivamente, in base all’evolversi della situazione, si valuteranno eventuali altri provvedimenti.
La decisione di sospendere le attività degli uffici giudiziari era stata sollecitata da tempo dagli avvocati, protagonisti nei giorni scorsi di una estenuante querelle con i vertici della magistratura con aspre polemiche sulla situazione igienica di bagni, aule e corridoi. Prima che fosse ufficializzata, ieri, si erano mobilitati anche i cancellieri, che avevano raccolto circa 150 firme. La nota diramata da De Carolis di Prossedi ha riportato un po’ di tranquillità sia nel Palazzo di Giustizia sia in Procura, dove da giorni il clima era particolarmente teso. In alcuni casi la porta degli uffici era stata sbarrata con scrivanie o carrelli per tenere lontani i visitatori, potenziali contagiatori: un comportamento aspramente criticato dagli avvocati. Molta preoccupazione anche tra gli appartenenti alle forze dell’ordine distaccati negli uffici giudiziari. In una delle numerose note diramate ieri per fornire gli aggiornamenti sulla situazione, il presidente della Corte d’appello e il procuratore generale, dopo avere ribadito che il magistrato risultato positivo al Coronavirus è stato contagiato in Lombardia, chiariscono che «non ha successivamente tenuto udienza nel Palazzo di Giustizia ma solo contatti con la sua cancelleria».
È ora in quarantena anche un giudice tributario che, come si legge in una nota a firma del presidente, Alfredo Montagna, il 2 marzo è entrato in contatto con il collega in servizio in Corte d’Appello. Poiché ha a sua volta celebrato un’udienza due giorni dopo, mercoledì, Montagna ha disposto il rinvio d’ufficio di tutte le controversie fino al 18 marzo «con esclusione delle questioni cautelari urgenti, previa istanza di parte e valutazione dell’urgenza da parte del presidente della sezione». Un prevedibile effetto domino che potrebbe ulteriormente estendersi nei prossimi giorni, nonostante gli sforzi per contenere il più possibile il contagio.
Per i lavoratori della giustizia quella di ieri è stata una giornata complicata, segnata dall’anzia e dall’incertezza. Intorno alle 9, quando i visitatori hanno cominciato ad affluire al Palazzo di Giustizia, è stato subito notato il biglietto scritto a mano affisso all’ingresso di una delle sezioni di Corte d’appello che recitava: «Area chiusa, personale in isolamento». In breve, anche grazie ai social, si è diffusa la notizia del magistrato risultato positivo al test del Coronavirus, presumibilmente contratto durante il suo soggiorno a Milano, e il nervosismo ha cominciato a serpeggiare tra quanti lavorano in Tribunale e in Procura. Si sono formati piccoli assembramenti spontanei di persone, evidentemente molto inquiete. I capi degli uffici giudiziari si sono consultati tra di loro e con le rappresentanze sindacali, quindi si è deciso di sospendere le attività per consentire una operazione di pulizia straordinaria e di disinfezione.
Il collega tributario Dovrà restare a casa per 15 giorni anche un altro magistrato per precauzione
In strada Piccoli gruppi di persone ieri mattina hanno dato vita a un sit-in davanti al Palazzo di giustizia