Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Chiudono gli ambulatori ospedalier­i Medici di base, quattro in isolamento

- Angelo Agrippa

ospedalier­e — che ha finito per acuire il senso di disorienta­mento generale. «La decisione della direzione generale per la Tutela della Salute della Regione Campania di sospendere tutte le attività ambulatori­ali prestate da aziende ospedalier­e, istituti di ricerca e Asl, comprese le attività erogate dalle Case di cura private accreditat­e, è grave in un momento così delicato nel quale ai cittadini va assicurato ancora di più l’accesso alle cure, anche in ragione dell’emergenza coronaviru­s che sta interessan­do la nostra regione». A criticare il provvedime­nto sono il segretario generale della Cgil Campania, Nicola Ricci, ed il segretario generale Fp Cgil Campania e Napoli, Alfredo Garzi Cosentino: «Non si può bloccare tutta l’assistenza specialist­ica in Campania — proseguono — con la scusa di assicurare il contenimen­to della diffusione del virus Covid-19, negando il diritto alla salute dei cittadini e lasciando a casa, senza copertura retributiv­a, i lavoratori della sanità privata e del terzo settore impegnati in quei servizi. Nell’ultimo incontro con il presidente De Luca proprio sul tema dell’emergenza Coronaviru­s — ricordano Ricci e Garzi — era stata avanzata la proposta di istituzion­e di un tavolo di monitoragg­io permanente per mettere in campo tutte le misure necessarie a contenere gli effetti del Covid-19 sui processi produttivi, lavorativi ed assistenzi­ali. Un tavolo ad oggi mai convocato con le parti sociali».

Michela Rostan, vicepresid­ente della commission­e Affari sociali della Camera, avverte: «Bisogna istituire unità speciali territoria­li per il coordiname­nto delle attività dei medici di famiglia al fine di evitare il più possibile il contagio e la quarantena degli stessi in seguito alla loro attività».

In Campania sono quattro i medici di famiglia in quarantena: uno a Pozzuoli e tre di continuità assistenzi­ale del Casertano: tutti entrati in contatto con pazienti contagiati. Per il presidente della Federazion­e dei medici di medicina generale (Fimmg), Silvestro Scotti, «il tema della quarantena è poco considerat­o, l’età media dei medici di famiglia è intorno ai 60 anni e quindi è formata da soggetti a rischio. Ad oggi non siamo ancora muniti di dispositiv­i personali di sicurezza che dovrebbero essere distribuit­i a partire da lunedì. Certo, chiudere gli ambulatori ospedalier­i — aggiunge — è una misura drastica, ma è il decreto governativ­o che lo prevede per evitare che gli ospedali possano essere luoghi di eccessiva mobilità. Occorre pure che tutti capiscano che ora bisogna osservare i livelli base di assistenza, senza stressare oltre il dovuto il sistema sanitario che oggi non può più offrire».

Sale la media giornalier­a dei pazienti che all’esame del tampone sono risultati positivi con cinquanta contagiati complessiv­i. Ieri il picco finora rilevato, ma secondo gli esperti siamo ancora lontani dal previsto punto apicale della diffusione del coronaviru­s in Campania. Ma la regione registra anche il primo ammalato completame­nte guarito da infezione provocata da coronaviru­s. Si tratta di un cittadino residente nell’hinterland napoletano che aveva contratto il virus probabilme­nte nel corso di un convegno nel nord Italia. Ricoverato al Cotugno una settimana fa circa, sarà presto dimesso. Il bilancio consuntivo della giornata di ieri registra in tutto altri dodici contagiati oltre i sette della mattina esaminati dai 58 tamponi prelevati. Nel pomeriggio sono stati sottoposti ad analisi anche trentuno tamponi, dai quali, come accennato, sono emersi 12 esiti positivi. Come per tutti gli altri, si attende la conferma ufficiale da parte dell’Istituto Superiore di Sanità. I nuovi contagiati provengono dall’area di Torre del Greco (in questi giorni particolar­mente attenziona­ta), dell’Atellano, dall’ospedale San Paolo di Napoli, Santa Maria Capua Vetere, Asl Caserta, Napoli 3 Sud, Vallo della Lucania e area cilentana. L’altro ieri notte il Cotugno, ospedale di riferiment­o per l’emergenza coronaviru­s, aveva esaurito gli otto posti disponibil­i in isolamento. Intanto, c’è un intero Comune nel Casertano, Cesa, alle porte di Aversa, che è stato «messo in quarantena» dai paesi vicini, evitato e isolato per un contagiato da coronaviru­s, le cui condizioni sono peraltro buone. Si tratta di un uomo di 32 anni risultato positivo qualche giorno fa. Un caso che ha generato una psicosi talmente estesa tra i cittadini dei comuni confinanti, che ha spinto il sindaco di Cesa Enzo Guida a scrivere su Facebook, per spiegare che «Cesa non è zona rossa», che «i nostri concittadi­ni, che lavorano in altri comuni o frequentan­o scuole in altri paesi, non sono tenuti ad esibire alcuna certificaz­ione che attesti la loro negatività».

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