Corriere del Mezzogiorno (Campania)
I vescovi campani: stop a catechismo e oratori
Documento del cardinale Sepe: misure fino al 15 marzo. C’è però il «sì» alle messe
NAPOLI Le messe nei giorni feriali ed in quelli festivi sì, sebbene si raccomandi ai fedeli di «mantenere distanza minima di sicurezza, evitare contatti ravvicinati (segno della pace), ricevere la santa comunione sulla mano» oltre che «le altre dovute attenzioni a tutela della propria persona e degli altri»; le altre attività che si tengono quotidianamente nelle parrocchie, come «gli incontri di catechismo, le attività oratoriali e quelle iniziative che potrebbero non garantire l’osservanza delle indicazioni sanitarie», sono invece da ritenersi sospese fino a tutto il 15 marzo prossimo. Lo ha stabilito ieri la Conferenza episcopale campana, presieduta dal cardinale Crescenzio Sepe.
Il documento recepisce il decreto-bis del governo sull’emergenza Coronavirus e riprende anche le indicazioni diramate sempre ieri dalla Conferenza episcopale italiana molto più restrittive rispetto ad alcune aree del Paese. «In tre regioni (Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna) e in alcune province (Savona, Pesaro e Urbino) — ricorda infatti il documento della Cei — sono state stabilite limitazioni anche per i luoghi di culto, la cui apertura richiede l’adozione di misure tali da evitare assembramenti di persone».
In Campania, ha invece sancito la Conferenza locale dei vescovi, le limitazioni non riguarderanno le funzioni religiose in senso stretto. Almeno
fino al 15 marzo e, comunque, sempre che non intervengano fatti nuovi, dal momento che lo stesso organismo ammette di seguire «con trepidazione l’evolversi della situazione relativa al contagio del Coronavirus». Nelle chiese, durante la liturgia della Santa Messa, che segue un calendario che va intensificandosi anche per il periodo di Quaresima, sarà più agevole osservare la distanza di almeno un metro tra i fedeli. Cosa non garantita, evidentemente, nelle attività oratoriali o in incontri catechistici.