Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Andò: lo stop alle sale è necessario, ma si nega l’illusione che la vita continui
Il direttore artistico dello Stabile di Napoli: questa epidemia ci spinge a recuperare altre modalità, più intime, con cui gestire il tempo
«Chiudere teatri e cinema
NAPOLI è come negare l’illusione che la vita continui normalmente. Pensate che il grande drammaturgo inglese Harold Pinter mi raccontò che i suoi ricordi più belli erano legati agli spettacoli visti durante la Seconda guerra mondiale, quando ragazzino per un paio d’ora poteva dimenticare le bombe che cadevano su Londra. Ecco, oggi per certi versi è anche peggio, questo provvedimento è la negazione della nostra vita sociale». Roberto Andò, regista di teatro e cinema, scrittore e da gennaio anche direttore artistico dello Stabile di Napoli, non nasconde la sua tristezza per gli effetti della scelta governativa che ferma tutte le attività di intrattenimento pubblico fino al 3 aprile.
Un provvedimento sbagliato?
«No, non voglio essere frainteso. Era probabilmente l’unica cosa che si poteva fare, anche se c’è chi dice che non tutti i ministri fossero d’accordo su questo blocco. Ma capisco l’urgenza e la drasticità, dovuta al rapido propagarsi di un virus, che se dovesse diffondersi ulteriormente richiederebbe una capacità recettiva ospedaliera senza precedenti. Questo è un tentativo per evitare che ciò avvenga. D’altra parte nessun teatro o cinema può garantire la distanza di sicurezza di un metro fra uno spettatore e l’altro».
Un tentativo che colpisce però il settore in modo fortissimo.
«Ne parlavo oggi con i mei colleghi direttori di altri Stabili, è un sacrificio necessario ma micidiale, direi ferale, che coinvolge tutti, attori, registi, maestranze, produzioni e così via. Un danno economico ma insieme anche esistenziale». Partiamo dal primo.
«È evidente quali perdite comporterà, che speriamo, a situazione normalizzata, di poter recuperare anche se in parte. Con gli altri Stabili abbiamo chiesto un intervento straordinario a sostegno di tutti i teatri, ma è ancora presto per conoscere gli orientamenti del governo. Il cinema potrebbe attivare, come indicato dal presidente di Anica, Francesco Rutelli, forme alternative come il passaggio su canali tematici e piattaforme online anche di nuovi film a pagamento. Ma con il teatro come si fa? E’ la conferma dell’unico linguaggio hic et nunc, sempre diverso e irripetibile. Non è il calcio, portarlo in streaming sarebbe una presa in giro, anche se dei danni causati da questa chiusura si parla pochissimo».
Si riferisce alle informazioni date ieri in tv?
«Esattamente. Mentre credo, invece, che se ne dovrebbe parlare e come, perché rappresentano la nostra identità nazionale. Se il presidente francese Macron viene a Napoli e chiede di visitare il teatro di Eduardo, autore incontrato nelle sue recite giovanili in collegio, vorrà pur dire qualcosa».
L’aspetto esistenziale?
«È legato a quello che l’esperienza del Coronavirus ci lascia, ovvero il tempo di pensare e riflettere sul nostro modo di vivere attuale, ispirato alla globalizzazione, al voler essere sempre e comunque nella maggior parte di posti possibile. Un atteggiamento che questa epidemia, che ha il sapore di altri tempi, ci spinge a rivedere, isolandoci e costringendoci a recuperare altre modalità, più intime, con cui trascorrere il nostro tempo. Temi peraltro da sempre cari al teatro».
Che farete nelle prossime ore?
«Continueremo a lavorare, per costruire la prossima stagione, che speriamo più fortunata di questa, in cui io sono stato particolarmente colpito, con l’annullamento delle messe in scena di quattro mie regie: Il turco in Italia alla Scala, il Winter Journey di Einaudi e Tóibín e “Il flauto magico” al San Carlo, Bella figura al Diana e infine Ditegli sempre di sì di Eduardo in tournée. Speriamo però che il 14 aprile possano partire le riprese del mio nuovo film con Silvio Orlando, proprio qui a Napoli, tratto dal romanzo Il bambino nascosto».
La misura Il provvedimento preso dal governo era l’unica cosa da fare. È il tentativo di evitare di intasare la capacità recettiva degli ospedali italiani
Sguardo positivo È evidente quali perdite comporterà. Speriamo che quando sarà tornata la normalità, potremo recuperare anche se in piccola parte
Di nuovo in pista Continuerò a lavorare, per costruire la prossima stagione, che auspichiamo sia più fortunata di questa Anche io sono stato particolarmente colpito