Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Abbattuta casa sanabile Anacapri attacca la Procura e il prefetto
La giunta: un immobile ammesso al condono
«Mercoledì 4 marzo
CAPRI 2020, lo Stato Italiano ha perso». Inizia così la lunga lettera aperta diffusa ieri dall’amministrazione comunale di Anacapri che punta il dito contro la Procura (e il prefetto) di Napoli per la questione abbattimenti. E lo fa senza giri di parole.
«Lo Stato Italiano ha perso, e con esso tutti noi che ne facciamo parte: amministratori, cittadini, politici, magistrati, funzionari — si legge nella nota diffusa sui social — abbiamo perso tutti perché la Procura si è accanita e ha deciso di abbattere un immobile oggetto di richiesta di condono del 1994 ed in più dotato di parere favorevole della commissione del paesaggio del Comune di Anacapri». Si tratta di un appartamento situato in via Castagnelle, in località Migliara del comune «di sopra», dove due giorni fa si sono presentati i tecnici ed i periti della Procura che nella mattinata erano stati anche in via Veterino dove sono iniziati gli interventi per la demolizione di colonnati, terrazzamenti ed altri abusi.
«C’è dell’incredibile, quasi del grottesco, in tutto ciò — sottolineano gli amministratori anacapresi — un immobile oggetto di condono è stato abbattuto. Non un immobile totalmente abusivo, ma un immobile oggetto di condono, sanabile a tutti gli effetti e quindi assolutamente legittimo. Eppure è successo».
Neanche l’allarme sanitario ha, infatti, fermato le ruspe all’ombra dei Faraglioni. «In un momento storico dove tutto si ferma per fare fronte all’emergenza Coronavirus, gli abbattimenti continuano senza colpo ferire. Sentenze che si trascinano da più di venti anni, oggi non possono aspettare nemmeno dieci giorni per permettere alla Soprintendenza di esprimere un parere favorevole, peraltro annunciato chiaramente, sul mantenimento di un immobile che, e lo ripetiamo ancora con determinazione, era oggetto di richiesta di condono del 1994».
Una tregua che il sindaco di Anacapri, Alessandro Scoppa, si aspettava e che aveva anche chiesto al prefetto di Napoli. «Non abbiamo ottenuto alcuna risposta — dicono — siamo stati completamente ignorati, come se la nostra istanza fosse stata assurda, irragionevole e irricevibile. Anzi, una risposta l’abbiamo ottenuta: l’abbattimento di un immobile sanabile e legittimo, le cui motivazioni ancora ci sfuggono. Forse i cittadini dell’isola di Capri vengono visti come dei privilegiati i cui scalpi possono essere sventolati a favore di telecamera senza troppi patemi d’animo, magari in nome di una ferrea aderenza alla legge. Forse è così. Peccato che questa ferrea aderenza alla legge pare concretizzarsi sempre e solo quando c’è da colpire i più deboli».
Parole durissime, quelle della giunta anacaprese, amareggiata anche perché ogni singola soluzione proposta «viene rigettata quasi con sdegno, evidentemente perché si è deciso a priori che su questo territorio adesso è giusto accanirsi senza pietà e senza rispetto dei diritti dei cittadini». Anacapri, però, non si arrenderà, promettono.
Scoppa Sentenze che si trascinano da 20 anni subiscono accelerate a pochi giorni da pareri favorevoli