Corriere del Mezzogiorno (Campania)
IL CORAGGIO DI CONTINUARE A USCIRE
Non voglio entrare nel merito delle misure prese dal governo, né giudicarle esagerate o insufficienti senza metterle alla prova. Speriamo piuttosto che vi abbia messo mano qualcuno di illuminato e competente, anziché qualche fabbricatore di slogan a uso interno, che sarebbe in tal caso davvero «untore». Qualcosa di cambiato nel paesaggio urbano e nei comportamenti c’è, anche abbastanza evidente. Non solo per la rarefazione dei passanti e del traffico, per la desertificazione di scuole, uffici e mezzi pubblici, ma anche per una certa cautela nei comportamenti alla cui estroversione eravamo affezionati. Niente più abbracci espansivi, niente baci, strette di mano mimate a distanza e temperando con un sorriso per la stranezza della situazione, un po’ per gioco, un po’ vergognandosi dell’apprensione. Quelle poche sale ancora aperte, da cui sono stati ritirati molti film visto il precipizio degli incassi, sono ancora più deserte del solito e nessuno va a sedersi troppo vicino agli altri. Anche i teatri risentono del coprifuoco, con spettacoli rimandati o addirittura sospesi. Uno strano sentimento «carbonaro» lega i temerari che si ritrovano a vedere i pochi film scampati alla falcidia o gli spettacoli di chi resiste: ci si guarda in faccia come se ci si conoscesse, magari anche solo di sfuggita.
I film preferisco sempre vederli insieme agli altri, come gli spettacoli o i concerti, mi intristisce vederli rattrappiti sullo schermo di un televisore o di un cellulare. Sono perciò andato a vedere, prima del decreto, i bellissimi film di Gianni Di Gregorio «Lontano lontano» e «Volevo nascondermi» di Giorgio Diritti e lo spettacolo, altrettanto sensazionale «Con il vostro irridente silenzio» in cui Fabrizio Gifuni rilegge lettere e memoriale di Aldo Moro facendoci capire tante cose in più. In sala, c’era molta gente ma la tensione era tale che non si è sentito un colpo di tosse, come fossimo in zona franca, protetti dai malanni e dalle afflizioni. Quelle che si consumavano sul palcoscenico ci erano state strappate di dosso. Questa mi sembra la vera cura; fatte salve le ovvie precauzioni e il rispetto che ognuno deve alla salute propria e altrui, uscire di casa e incontrarsi non farà del male.