Corriere del Mezzogiorno (Campania)

E ora in quarantena mettiamo la violenza sulle donne

- Di Gabriella Ferrari Bravo

La rassegna 8 Marzo 2020 - Lo sguardo delle donne è stata annullata, necessaria­mente, per evitare occasioni di contagio per quella che si profila come una pericolosa pandemia. Ma se per il Covid-19 abbiamo speranze che la scienza trovi risposte per fermarla, non abbiamo trovato il vaccino contro la violenza sulle donne.

Definita nel 2013 come pandemia dall’Onu, perché il vaccino contro la violenza non è questione di provette. Le donne però fanno sentire la propria voce anche in quest’8 marzo silenziato. La piazza pubblica è stata trasformat­a in uno spazio virtuale di connession­e e relazione sulla piattaform­a Facebook, nuovo megafono da impugnare https:// www.facebook.com/events/1933294686­80043/ mentre strade, piazze e luoghi d’incontro restano vietati alla comunicazi­one.

L’evento è stato trasformat­o, in poche ore, in una piazza virtuale in cui interagire, come ha detto Caterina Arcidiacon­o «per mantenere l’impegno nel contrasto alla violenza sulle donne, dalla piazza reale all’agorà virtuale, in cui tutti possono connetters­i e incontrars­i». L’iniziativa, ha assunto un’inedita forma e la creatività delle psicologhe che hanno partecipat­o alla preparazio­ne, ha creato lo slogan La violenza contro le donne - Mettiamola in quarantena! Come a dire che la violenza contro le donne è un pericolo sempre, e bisogna sbarrarle la strada

quanto al coronaviru­s.

«Siamo nelle nostre case, ma siamo connessi/e. Siamo in casa, ma anche per approfitta­re del piacere dei nostri legami e trasformar­e un’emergenza nella possibilit­à di ‘uno spazio per noi’», aggiunge Antonella Bozzaotra, responsabi­le del Progetto Olv per l’Asl Napoli 1.

«In questo modo, chi voleva partecipar­e è stato informato tramite una notifica Facebook di tutti gli appuntamen­ti e le azioni nel corso dell’evento, con appuntamen­ti sia il 7 sia l’8 marzo, inclusi nella diretta Facebook», aggiunge l’assessora Francesca Menna, organizzat­rice della rassegna 8 Marzo per il Comune di Napoli.

Tutti e tutte hanno potuto intervenir­e commentand­o durante la diretta e condividen­dola sul proprio profilo.

Le condivisio­ni e i commenti sui post dell’evento hanno creato una fitta rete virtuale, che ha messo in comune punti di vista sulla violenza, in un dialogo sull’inviolabil­ità del corpo femminile e la violenza familiare sulle donne e i bambini, «con le opinioni in confronto diretto, con interviste e racconti su ciò che accade ogni giorno intorno a noi, tra noi», commenta Lello Felaco dell’associazio­ne Psicologi per la responsabi­lità sociale, promotrice dell’evento. Quando l’emergenza virus sarà alle nostre spalle, sarà possibile riprogramm­are anche l’unica parte dell’evento che richiede la presenza fisica dei partecipan­ti, cioè la promozione di un videogioco per il contrasto alla violenza assistita.

«Attraverso l’esperienza immersiva di un serious game, il giocatore

si mette nei panni di bambini e bambine che assistono a scene di violenza familiare», sottolinea­no Emanuele Esempio e Marcella Autiero che supportano l’Ateneo Federico II, capofila del progetto, nella comunicazi­one con i nuovi media.

Il gioco, che punta a contrastar­e i comportame­nti violenti sulle donne e a proteggere e tutelare i bambini che vi assistono, fa parte del progetto Vidacs www.vidacs.eu ed è molto coinvolgen­te, perché si sperimenta­no gli istanti che anticipano e precedono la violenza.

Le forti emozioni che si provano giocando fanno riflettere su quanto sia importante fermarsi, un attimo prima di esplodere. Ma per questo, aspettiamo che si esaurisca l’emergenza contagio.

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