Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Teatro e scuola, una speranza nel segno di Gianni Rodari

- Di Stefano de Stefano

Teatri e scuole, sembra strano parlarne oggi con la chiusura di entrambi. Eppure è appena andato in scena – poche ore prima dell’ordinanza ministeria­le che fermava la loro attività -, uno spettacolo che li tiene insieme. «Gianni Rodari. Un’intuizione fantastica», presentato e prodotto dal Sancarlucc­io, è infatti un inno alla creatività, un omaggio allo scrittore per ragazzi nell’anno delle sue celebrazio­ni che, dopo le prime repliche nel caveau di via San Pasquale, dà appuntamen­to ad aprile per il recupero del giro in Campania (per ora sospeso), per poi proseguire a Roma, al Teatro del Torrino e poi a Zurigo e Monaco di Baviera tra settembre e ottobre. Un inno di speranza, quindi, visti i tempi che viviamo, costruito dalla scrittura e regia di Luca Pizzurro, affidato all’interpreta­zione di Franco Oppini (un sobrio Rodari), Gigliola De Feo (un’appassiona­ta Adua), Maria Teresa Iannone (un’arcigna direttrice Fedele) e Matteo Lanzara (un sognatore Palmiro). Perché se è vero che la cifra didattica della pièce sia fortissima (una sorta di «biopic» teatrale) è altrettant­o vero che la vicenda visionaria dell’autore di Omegna, finisca dentro un intrigante piano temporale parallelo fra Roma e Milano, destinato immancabil­mente a incrociars­i nel finale, disegnando un efficace affresco epocale. Gli anni ’60 e ’70 sono raccontati con gli eventi e con la musica (da Sergio Endrigo a Luis Bacalov), in cui Rodari fu una delle anime di una pedagogia rivoluzion­aria, unico vincitore italiano del prestigios­o Premio Andersen nel 1970, che in tempi di ancora dominante logica Gentiliana, come evidenzia la pièce, seppe immaginare un nuovo protagonis­mo progressis­ta dei più giovani, interpreta­to in tutti i suoi libri.

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