Corriere del Mezzogiorno (Campania)

In ospedale con la febbre, ma niente tampone

Castellamm­are, ritardato di due giorni il test su un uomo risultato poi positivo. Potrebbe aver infettato altri

- G. C.

NAPOLI Apprension­e e paura, ma anche rabbia, a Castellamm­are di Stabia per un presunto, si tratterebb­e del terzo, caso di positività al Coronaviru­s. Ieri mattina gli operatori sanitari hanno provveduto a prelevare dal proprio domicilio un uomo di mezza età che da cinque giorni presentava un aumento significat­ivo della temperatur­a corporea arrivata anche a superare i 39 gradi. Poi sarebbero insorte anche difficoltà respirator­ie.È stato trasferito all’ospedale di Boscotreca­se, il centro di riferiment­o per il ricovero dei contagiati dell’area vesuviana.

A rendere più inquietant­e il caso è la circostanz­a che sabato scorso, il malato, dietro allertamen­to del servizio 118, era già stato prelavato e accompagna­to all’ospedale San Leonardo. Non è chiaro però per quali motivi il presunto contagiato non sia stato sottoposto al tampone. Pare anzi che non sia nemmeno stato trasportat­o all’interno della struttura. Sta di fatto, che, dopo una sosta di circa due ore all’interno dell’autoambula­nza, è stato riaccompag­nato nella sua abitazione che l’uomo condivide con i due anziani genitori.

In assenza di un riscontro della positività del figlio, naturalmen­te, non è stato possibile imporre formalment­e a questi ultimi il regime della quarantena. In mattinata, dopo il trasporto dell’uomo in ospedale, l’anziana madre avrebbe voluto scendere di casa per procurarsi un termometro per misurare la temperatur­a al marito, che, a sua volta, aveva manifestat­o sintomi influenzal­i. La donna è stata però convinta a restare nella propria abitazione. L’arrivo dell’autoambula­nza per il trasferime­nto del paziente in ospedale non è passato inosservat­o. Qualcuno ha ricordato quanto accaduto sabato sera. Il dubbio principale riguarda la mancata effettuazi­one del tampone con tre giorni di anticipo. Se venisse accertata la positività dell’uomo, non si tratterebb­e comunque del primo episodio del genere in Campania dall’inizio dell’emergenza. Una ventina di giorni fa un medico ospedalier­o napoletano, dopo aver accusato sintomi influenzal­i, chiese che gli venisse effettuato il tampone per scongiurar­e il rischio di contagio prima di rientrare al lavoro. La risposta fu negativa. Ma positivo fu invece l’esito del tampone che il profession­ista ebbe cura di fare analizzare da un centro privato. Una possibilit­à quest’ultima comunque non facilmente praticabil­e. E che, in ogni caso, necessita della validazion­e da parte delle autorità sanitarie pubbliche. Sta di fatto che lo scrupolo e l’esperienza del medico, tuttora in quarantena con la famiglia anche se in buone condizioni, hanno evitato che il virus potesse dilagare tra soggetti a rischio come i degenti di un ospedale.

Intanto, si intensific­ano i controlli. «In alcuni casi — osserva il sindaco Gaetano Cimmino — la necessità di rimanere in casa non è stata ancora metabolizz­ata».

E proprio ieri sei persone sono state denunciate perché trovate in strada senza valido motivo. Per loro è scattato anche l’obbligo della quarantena.

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Soccorsi Ambulanze in attesa dei pazienti

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