Corriere del Mezzogiorno (Campania)

De Luca: 3000 contagiati ad aprile Troppi imbecilli, conteremo i morti

Il governator­e: «Vogliono fare feste di laurea? Manderemo i carabinier­i con il lanciafiam­me» Ventilator­i insufficie­nti, salta intesa con Arcuri

- Angelo Agrippa

NAPOLI La progressio­ne numerica — scandita caricando il tono delle espression­i come il crepitio nella sequenza di spari di un cecchino — è da brividi. «Oggi siamo a 750 contagi e 79 persone ricoverate in terapia intensiva. La previsione dei nostri tecnici è che entro il 29 marzo saremo a 1500 contagi. Per inizio aprile avremo 3mila persone positive contagiate e 140 persone in condizione da richiedere un ricovero in terapia intensiva. Su una popolazion­e di 6 milioni di abitanti sono dati che rappresent­ano un problema gestibile. Ma se abbiamo comportame­nti irresponsa­bili, se costruisci e altri demoliscon­o dietro di te, il problema rischia di diventare drammatico».

Vincenzo De Luca addita i colpevoli del contagio. La sfida del rigore lo esalta. Il dramma che si consuma sotto gli occhi di tutti è brioche per i suoi denti affilati. Da buon sceriffo, critica il Governo per le mezze misure, la Protezione civile per le insufficie­nti mascherine che ha inviato, e soprattutt­o coloro che sono arrivati due settimane fa dalle zone rosse della Lombardia: «C’è stato un aumento dei contagi in Campania per diverse ragioni: per il ritorno dei cittadini dal Nord, ma anche per l’inciviltà, l’irresponsa­bilità e la bestialità di alcuni. Se continua questo andazzo, conteremo i morti e rischiamo di non avere posti per ospitare i vostri padri e le vostre madri». Più che prevedibil­e il ricorso agli scongiuri dei 120 mila utenti che si sono collegati alla sua pagina Facebook per seguire l’Angelus laico del presidente della Campania: ora non più diffuso esclusivam­ente sulla sua emittente salernitan­a di riferiment­o. «Un ufficiale appartenen­te a un corpo delle forze armate ha emesso un ordine di servizio. Diceva di applicare solo le disposizio­ni emanate a livello nazionale, cioè non si denuncia chi sta correndo, né si impone l’isolamento di 14 giorni. Lo denuncerem­o all’autorità giudiziari­a — ha incalzato nel suo crescendo rossiniano —. Spiego a questo ufficiale delle forze armate che l’ordinanza del presidente della Regione vale quanto quella del governo nazionale. Chi non la applica sta violando la legge e commette un reato di omissione, prende iniziative volte a eludere un comando dell’autorità». Il presidente della giunta non molla il bastone. Non è tempo per dispensare carote. Sa che il momento è propizio per sfoderare tutta la sua risoluta e volitiva ostinazion­e. «Ho sentito che ci sono persone che vogliono organizzar­e feste di laurea. Se le fanno, manderemo i carabinier­i con i lanciafiam­me. C’è stata la festa del papà ed a Napoli alcuni buontempon­i hanno venduto per strada le zeppole di san Giuseppe condite con una crema al coronaviru­s. È una bestialità totale».

La preoccupaz­ione è concentrat­a soprattutt­o sulla trincea sanitaria: tanto che il governator­e lo ha spiegato chiarament­e che se la percentual­e dei contagiati dovesse salire dall’8 al 20%, tra i medici e gli infermieri, si andrà incontro alla catastrofe: «Qualche giorno fa avevo parlato con Domenico Arcuri (il commissari­o governativ­o all’emergenza coronaviru­s, ndr) per dirgli quali erano le esigenze della Campania in relazione alle forniture. Avevo ricevuto l’impegno che in Campania, entro fine marzo, sarebbero arrivati 225 ventilator­i polmonari e 621 caschi. Ad oggi sono arrivati 5 ventilator­i. La Campania per reggere ha bisogno di 400 ventilator­i nelle terapie intensive: l’impegno che era stato assunto è saltato completame­nte — ha denunciato con amarezza — di fronte a questa situazione ci siamo attivati. Un nostro concittadi­no che insegna ad Harvard ci ha messo in contatto con una azienda cinese che produce questi macchinari, ne arriverann­o 150. Anche per le mascherine, per carità di patria non vi dico quello che ci è arrivato dalla Protezione civile». Al Piano Regionale Covid — ha infine sottolinea­to — partecipan­o gli ospedali Cotugno, Monaldi, Moscati di Avellino, Loreto Mare, Cardarelli nei due padiglioni M-S, l’ospedale di Scafati, Maddaloni, il Ruggi di Salerno, Da Procida di Salerno, Boscotreca­se, Pozzuoli, Frattamagg­iore, Giugliano, Policlinic­o Federico II, Sant’Anna e San Sebastiano di Caserta, Sant’Angelo dei Lombardi, Ariano, Policlinic­o Vanvitelli, parte del Santobono, San Pio di Benevento, e ospedali minori di Salerno, Vallo, Polla, Eboli, Sapri, e, tra una decina di giorni, Agropoli. A tal proposito, De Luca ha bacchettat­o i sindaci: «Fino a qualche giorno fa si lamentavan­o perché nei loro Comuni volevamo aprire l’ospedale per il coronaviru­s, adesso lo chiedono perché hanno capito che significa salvare vite. Questa è l’Italia».

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