Corriere del Mezzogiorno (Campania)
D’Amelio ai bergamaschi: Lioni non dimentica il sisma e il vostro aiuto «Insieme vinceremo questa battaglia»
Solidarietà ai tempi del coronavirus. Ma anche memoria, tanta, perché l’aiuto che si è ricevuto nei momenti difficili, quando la propria vita e quella dei concittadini era in pericolo, non si dimentica. Lo sa bene Rosetta D’Amelio, che in questo momento di grande sofferenza per la città lombarda ha scritto al direttore responsabile dell’Eco di Bergamo Alberto Ceresoli: «In qualità di ex sindaco della Città di Lioni nonché di presidente del Consiglio regionale della Campania, voglio esprimere a lei, a tutta la redazione e a tutti i cittadini di Bergamo e provincia la calorosa vicinanza mia e di tutte le genti della Campania, in particolare dei miei concittadini di Lioni». E poi il racconto: «Lioni, una città che serba ancora nel cuore le immagini, le scene e la bellezza di quello straordinario moto di solidarietà del suo giornale e dei bergamaschi che 40 anni fa, epoca del devastante terremoto dell’Irpinia, ci fecero sentire e capire di quanta gentilezza, generosità e solidarietà è fatta la gente bergamasca. Per la città di Lioni - prosegue la lettera - e per tutta l’Irpinia, costrette a seppellire in una fossa comune centinaia e centinaia di vittime del terremoto, furono giorni amari, tristi e dolorosissimi; giorni, e vi saremo sempre grati, che furono addolciti dalla vostra solidarietà. Il suo giornale, infatti, promosse una raccolta fondi e tanti bergamaschi, con il loro sudore e le loro fatiche, impiantarono un pallone pressostatico, all’interno del quale venivano distribuiti i pasti e si svolgevano le angoscianti sedute del Consiglio comunale, e donarono, per i cittadini sprovvisti del diritto ad accedere ai fondi per la ricostruzione,
”
La nostra città costretta a seppellire i suoi morti in una fossa comune Il vostro intervento fu decisivo e importante
50 alloggi, tuttora occupati».
Poi la conclusione: «Ho rivolto lo sguardo e la memoria all’indietro semplicemente per dirvi che riuscimmo a superare quell’incubo, imparagonabile con quello che oggi stanno vivendo i cittadini della Provincia di Bergamo, grazie anche ai vostri insegnamenti. Ci insegnaste, infatti, che non c’è notte che duri per sempre e che la vittoria, anche contro questo maledetto virus, (perché vincerete, perché vinceremo), è di chi sa soffrire. Con la memoria di quei giorni del terremoto e con il forte ricordo della vicinanza del giornale da lei diretto, aderisco con un personale gesto di solidarietà alla vostra iniziativa “Abitare la cura”. Un caloroso abbraccio e tanti, tanti ma tanti auguri di uscire presto, insieme a tutta l’Italia, a riveder le stelle».