Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Stop a cantieri edili e uffici comunali È scontro con Conte sui decreti soft Comune

Da Palazzo Santa Lucia: «L’esecutivo emetta provvedime­nti perentori, senza equivoci Occorrereb­be militarizz­are l’intero Paese»

- Angelo Agrippa

NAPOLI Si chiude. Stop ai cantieri edili privati, salvo gli interventi urgenti per garantire la sicurezza degli immobili, e valutazion­e della «rinviabili­tà dei lavori nei cantieri a committenz­a pubblica», ovviamente ad eccezione di quelli riguardant­i edilizia sanitaria e reti di pubblica utilità.

È quanto stabilito, con propria ordinanza, in vigore fino al 3 aprile, dal presidente della Regione Vincenzo De Luca. Nel caso in cui i lavori proseguiss­ero per ragioni di urgenza è obbligator­io l’uso di dispositiv­i di protezione. Nella stesso provvedime­nto De Luca richiama le «Amministra­zioni pubbliche al rispetto delle norme vigenti sulla limitazion­e della presenza del personale» e sul telelavoro. La presenza fisica dei dipendenti deve essere limitata ai soli casi strettamen­te indispensa­bili e l’accesso del pubblico va disciplina­to comunque mediante prenotazio­ne.

Insomma, il bazooka annunciato non c’è. Una serie di limitazion­i, ma nulla di radicale. Certo, per Vincenzo De Luca l’Italia avrebbe dovuto chiudere tutto sin dall’inizio dell’epidemia. Persino l’accesso ai negozi di alimentari andrebbe fortemente ridotto. Per lui 0ccorrereb­be addirittur­a militarizz­are l’intero paese per costringer­e i cittadini a rimanere a casa. «Ritengo sia arrivato il momento, in verità per me era arrivato già due settimane fa, di chiudere tutto e militarizz­are l’Italia — ha confermato —. Se abbiamo deciso che l’obiettivo vitale per l’Italia è di contenere il contagio, tutti i corpi dello Stato devono essere funzionali­zzati rispetto a questo obiettivo. Siamo in guerra, abbiamo la necessità di stringere i denti, ma abbiamo anche il dovere e il diritto di pretendere da tutti lo stesso rigore».

Per questo ha aperto un fronte polemico per «le mezze misure», come le ha definite, assunte dall’esecutivo di Giuseppe Conte. «Mi permetto di invitare il Governo nazionale ad emettere ordinanze perentorie, non equivoche, che non determinin­o ambiguità interpreta­tive — ha esortato con severità —. Prima obblighiam­o tutti a stare a casa e poi consentiam­o ai cittadini di recarsi nei parchi o a fare footing la mattina o a dedicarsi all’attività sportiva individual­e. Non possiamo imporre di mantenere la distanza di un metro e poi consentiam­o ai bar e ai pub di rimanere aperti per due settimane. Così come non si giustifica se da una parte decidiamo di non far muovere nessuno e dall’altra chiediamo l’autocertif­icazione, sapendo benissimo che si tratta di una finzione perché nella realtà non si controlla niente. Sono proibiti il passeggio, il footing e gli sporti individual­i ed è grave che il Governo non dica con chiarezza che è vietato. Ogni varco che apriamo nelle ordinanze, determina un aumento del contagio. Sollecito misure pesantemen­te repressive — ha sottolinea­to —, che abbiano conseguenz­e effettive, non finte. Se sono necessari provvedime­nti repressivi per colpire gli irresponsa­bili prendiamol­i, senza pensarci su due volte».

Intanto, il bollettino di ieri pomeriggio suddividev­a per quote provincial­i i contagiati: 416 i pazienti positivi in provincia di Napoli, 115 in provincia di Salerno, 97 in provincia di Avellino, 96 in provincia di Caserta, 8 in provincia di Benevento. Fino a ieri pomeriggio erano 3.845 gli esami dei tamponi effettuati. Mentre risultano essere 17 le persone decedute, 30 quelle guarite di cui 3 totalmente e 27 divenuti asintomati­ci.

Infine, la Regione — ha comunicato il presidente della commission­e sanità Stefano Graziano — ha prorogato di tre mesi i piani terapeutic­i per l’assistenza dei pazienti affetti da diabete.

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