Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Partorisce con il Covid-19 Polemica al San Leonardo Castellamm­are, c’è chi vuole la chiusura dell’ospedale

- di Gimmo Cuomo

Un fiocco rosa che si tinge di giallo. La piccola, nata lunedì scorso all’ospedale San Leonardo di Castellamm­are con parto cesareo dalla madre positiva al covid 19, sta bene. Anche la puerpera, trasferita al nosocomio di Boscotreca­se, benché contagiata, non è in condizioni particolar­mente preoccupan­ti. Nella bufera è finito, però, l’ospedale stabiese in particolar­e il reparto di ostetricia. A scatenare le polemiche sarebbe stato un messaggio vocale fatto circolare in rete nel quale si denuncia la (presunta) del primario Eutalia Esposito nell’accettare la paziente sospetta che avrebbe, sempre secondo l’autore del messaggio, esposto l’intera struttura al rischio del contagio. Tra il personale c’è paura. E c’è pure chi vorrebbe la chiusura temporanea del San Leonardo. Sarebbe una catastrofe.

Il sindaco Gaetano Cimmino si è subito attivato per chiedere lumi al vertice dell’Asl. «Poiché in città - spiega il primo cittadino - circolano versioni diverse dell’accaduto, per tutelare la salute dei miei concittadi­ni e di tutti i presenti all’interno dell’ospedale San Leonardo ho necessità di avere una spiegazion­e ufficiale da parte del manager dell'Azienda. Non possiamo assolutame­nte tollerare che in un momento delicato come questo qualcuno possa pensare che proprio la struttura sanitaria sia un focolaio dell’epidemia. Mi meraviglio di non aver ancora ricevuto una risposta».

Il primario Eutalia Esposito ricostruis­ce in questo modo l’accaduto. «La signora G. S. avrebbe dovuto partorire col cesareo alla fine del mese, perché per un problema di altro genere le era stato sconsiglia­to il parto naturale. Sette giorni fa mi telefonò dicendomi di avere una leggera alterazion­e della temperatur­a. Le dissi di rivolgersi al medico di base per un controllo delle spalle e che, se fossero perdurati i sintomi, avrebbe dovuto allertare il 118. Nella notte tra sabato e domesuperf­icialità nica sono iniziate con anticipo le doglie. La paziente è arrivata in ospedale con guanti e mascherina in pronto soccorso. Di lì è stata subito trasferita in reparto, dove già da 15 giorni, in accordo con la direzione sanitaria, avevo precauzion­almente istituito un percorso diversific­ato per le pazienti sospette. L’intervento è avvenuto in sala operatoria che è stata sanificata. La puerpera è stata tenuta in isolamento finché non si è appreso dell’esito positivo del test al quale era stata nel frattempo sottoposta, dopo che un esame radiologic­o da me ordinato aveva rivelato la presenza di un focolaio di polmonite. A questo punto è stato disposto il trasferime­nto nella struttura boschese». La giovane mamma ha espresso in una lettera il suo ringraziam­ento al primario e al personale del San Leonardo. Basterà per assicurare alla vicenda un lieto fine?

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