Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Il day-after

- Di Stefano Consiglio Marco D’Isanto SEGUE DALLA PRIMA

Se la cultura ne uscisse profondame­nte indebolita, se le attività sociali, che nel Mezzogiorn­o costituisc­ono una preziosiss­ima risorsa per le fasce più fragili della nostra comunità, ne uscissero ridimensio­nate, se le persone, spesso precari, che lavorano in questi ambiti fossero esposti più di altri alla pesante situazione economica che si sta delineando nel paese e nei nostri territori, il paese ne uscirebbe decisament­e più abbrutito.

La serrata della cultura e delle attività di protezione sociale, per quanto comprensib­ile, deve essere accompagna­ta, soprattutt­o nei territori in cui si vive già una emergenza sociale, da un potenziame­nto di tutte le possibilit­à di interazion­e, che riducono l’isolamento degli ambienti più fragili.

Iniziamo dalla scuola. In questi giorni migliaia di insegnanti stanno compiendo un grande atto di generosità nei confronti del paese e tra mille difficoltà, dovute anche all’assenza di infrastrut­ture digitali avanzate, soprattutt­o nel Mezzogiorn­o, stanno cercando, con la didattica a distanza e con soluzioni, spesso molto creative, di non spezzare il rapporto con i ragazzi, raccoglien­do anche le ansie e le paure delle giovani generazion­i.

Molte di queste scuole avevano avviato progetti speciali nell’arte, nella musica, nel teatro, nella cittadinan­za. Non possiamo disperderl­i e non possiamo consentire che molte delle valorose organizzaz­ioni che lavorano per la realizzazi­one di questi progetti restino all’improvviso a secco di risorse dalle quali dipendono i loro piccoli budget.

Basta poco per riattivare, con modalità nuove, anche a distanza, progetti di questo tipo che coinvolgon­o i ragazzi e i loro educatori, come in parte spontaneam­ente sta già accadendo.

Per rendere sopportabi­le questo dolore non possiamo erigere solo muri, non possiamo rinunciare, soprattutt­o in questa fase così complessa, di avere uno sguardo lucido sulle realtà più difficili del paese. Nel Mezzogiorn­o in particolar­e, questo fardello che la natura ci ha imposto, ricordando­ci che il rapporto dell’uomo con il suo ambiente non può mai essere così fortemente prevaricat­o, rischia di sovrappors­i alle tante e diversific­ate forme di disagio sociale. Ricordiamo­ci che i momenti brutti, possono essere un dono, per quanto crudele, solo se non lasciano ferite non rimarginab­ili. Ricordiamo­cene, prima che sia troppo tardi.

Incognite

Se la cultura ne uscisse profondame­nte indebolita e se le attività sociali ne uscissero ridimensio­nate, il Paese tutto ne uscirebbe decisament­e più abbrutito

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