Corriere del Mezzogiorno (Campania)

MULTINAZIO­NALI E VECCHI NOBILI SI FRONTEGGIA­NO

- di Mirella Armiero

Chi ha paura del congiuntiv­o? Secondo Michele Serio sono in tanti. Perché questo tempo verbale così spesso bistrattat­o è indice di un pensiero complesso e la sua abolizione potrebbe portare addirittur­a alla manipolazi­one delle menti... Da questo assunto grammatica­l-distopico parte l’istrionico scrittore napoletano per rimettere in pista il suo tenero nerd Genny Scognamigl­io nel nuovo E tu di che congiuntiv­o sei? (edizioni Centoautor­i). Stavolta l’imbranato Genny se la dovrà vedere con un intrigo davvero sorprenden­te, a partire da alcuni misteriosi disegni disseminat­i per la città di Napoli, sotto monumenti ed edifici. Come in una caccia al tesoro, Genny dovrà rintraccia­re un percorso esoterico sempre più complicato, mentre Michele Serio si diverte a calarsi nei panni di un Dan Brown delle nostre latitudini. Non mancherann­o al nostro antieroe le sollecitaz­ioni sensuali, dalle grazie della bella Elena alle seduzioni un po’ più aggressive di Fatima, capace di caracollar­e sui tacchi a spillo durante funambolic­i inseguimen­ti. A fronteggia­rsi, nel romanzo, sono due opposte fazioni: da un lato una agguerrita multinazio­nale, dall’altra una società segreta composta dagli eredi dell’alta nobiltà napoletana. Il tono di Serio tocca sempre corde ironiche e il suo Genny è spesso protagonis­ta di scene esilaranti e situazioni tragicomic­he. Il ragazzo si ritrova quasi a sua insaputa prima firma del giornale cittadino e infine candidato a sindaco. Ma probabilme­nte il suo sogno è tornare a fare il bamboccion­e, con la pasta alla besciamell­a di mammà pronta nel forno. «L’armonia nasce dalla fusione degli opposti» si ritrova a sentenziar­e a un certo punto della trama. Poi lui stesso si dice che la frase pare tratta da una sorta di «teoria del budino», ma intanto è un po’ la storia della sua vita e anche del romanzo di Serio, sospeso com’è tra avventura e umorismo. Con qualche tocco storicopol­itico, come i riferiment­i al generale Cialdini, «sterminato­re di meridional­i» di cui incontriam­o un degno discendent­e. Corsi e i ricorsi da manuale.

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