Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Fabiana Martone, ogni quartiere un brano

- Stefano de Stefano

Fra le jazz-singer napoletane, Fabiana Martone occupa un posto originale. Perché a differenza di altre colleghe più organiche al linguaggio afroameric­ano, la cantante di origine sannita parte dalla passione per Joni Mitchell, a sua volta splendida autrice di un crossover fra country e jazz nel segno di Charlie Mingus, per poi mettere insieme più stili, di cui la lezione iniziale resta una solida indicazion­e di percorso. E non potrebbe essere altrimenti per chi ha collaborat­o con maestri come Famoudou Don Moye degli Art Ensemble of Chicago o il raffinato pianista Renato Sellani. Così l’ultimo disco, «Memorandum», parte dalla relazione costante con la napoletani­tà. Sia quando utilizza la lingua partenopea, collocando­si sulla scia tracciata dalla fusione fra armonie e ritmi d’oltreocean­o e tradizione campana, sia quando invece opera sul piano strettamen­te tematico. Il disco, che ha 11 brani, è una sorta di taccuino di appunti e di ricordi, legati ciascuno a un orario e a un quartiere della città o una località della regione. Da «Era sulo ajere», il cui video è stato realizzato al Vomero fra via Scarlatti e San Martino, a «Sospesi a Corso Malta», legato al cavalcavia della tangenzial­e, passando poi per piazza Bellini, il Parco del Vesuvio o la natìa San Giorgio La Molara. E insieme alla sua duttile voce anche la lineare sonorità della band formata da Luigi Esposito (tastiere), Bruno Tomasello (chitarre), Umberto Lepore (basso), Salvatore Rainone (batteria) e Lorenzo Campese (al fischio). Da segnalare infine, con il cd, un artbook che contiene 11 tavole per ogni canzone, firmate da Martina Troise, Cyop e Kaf, Nikkio, Clelia Leboeuf, Nando Sorgente, Nicola De Simone, Dario Protobotto, Vincenzo Aulitto, Alexandr Sheludko e Alessandro Rak.

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