Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Fabiana Martone, ogni quartiere un brano
Fra le jazz-singer napoletane, Fabiana Martone occupa un posto originale. Perché a differenza di altre colleghe più organiche al linguaggio afroamericano, la cantante di origine sannita parte dalla passione per Joni Mitchell, a sua volta splendida autrice di un crossover fra country e jazz nel segno di Charlie Mingus, per poi mettere insieme più stili, di cui la lezione iniziale resta una solida indicazione di percorso. E non potrebbe essere altrimenti per chi ha collaborato con maestri come Famoudou Don Moye degli Art Ensemble of Chicago o il raffinato pianista Renato Sellani. Così l’ultimo disco, «Memorandum», parte dalla relazione costante con la napoletanità. Sia quando utilizza la lingua partenopea, collocandosi sulla scia tracciata dalla fusione fra armonie e ritmi d’oltreoceano e tradizione campana, sia quando invece opera sul piano strettamente tematico. Il disco, che ha 11 brani, è una sorta di taccuino di appunti e di ricordi, legati ciascuno a un orario e a un quartiere della città o una località della regione. Da «Era sulo ajere», il cui video è stato realizzato al Vomero fra via Scarlatti e San Martino, a «Sospesi a Corso Malta», legato al cavalcavia della tangenziale, passando poi per piazza Bellini, il Parco del Vesuvio o la natìa San Giorgio La Molara. E insieme alla sua duttile voce anche la lineare sonorità della band formata da Luigi Esposito (tastiere), Bruno Tomasello (chitarre), Umberto Lepore (basso), Salvatore Rainone (batteria) e Lorenzo Campese (al fischio). Da segnalare infine, con il cd, un artbook che contiene 11 tavole per ogni canzone, firmate da Martina Troise, Cyop e Kaf, Nikkio, Clelia Leboeuf, Nando Sorgente, Nicola De Simone, Dario Protobotto, Vincenzo Aulitto, Alexandr Sheludko e Alessandro Rak.