Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Iannotti: i cicatielli al ragù portano allegria in casa Lo chef del Kresios di Telese: dopo la crisi vincerà la qualità
IO RESTO A CASA A CUCINARE
“La gente avrà voglia di venire nel mio ristorante. Sento dire che non si avrà più tanta voglia di andare a mangiare fuori. Sottoscrivo, ma aggiungo: solo nei ristoranti senza identità. Si preferiranno quelli che tendono ad offrire la qualità totale”.
Di Giuseppe Iannotti si conoscono i tanti piccoli capolavori che compongono i suoi lunghi e divertenti menu degustazione, dalla chip di pollo arrosto alla trasposizione surrealista degli spaghetti allo scoglio. Ma qual è il piatto tradizionale che le piace più di ogni altro cucinare?
“Quello che propongo ai lettori del Corriere del Mezzogiorno: i cicatielli, ovvero i cavatelli fatti a mano al ragù, il piatto delle nostre domeniche, che genera anche allegria in casa, crea aggregazione”.
Una delle parole più abusate è territorio. Per lei cosa significa?
“Per me il territorio è il mondo. Così come territorio è pure il Kresios. Se poi ci riferiamo alle materie prime, il burro è francese, l’olio è il nostro Ortice. Ma se ho bisogno di un olio leggero devo andare a cercarlo in Liguria o sul Garda. Tutto è relativo”.
In questi giorni di crisi, spesso si ricorre a prodotti decongelati. Quali consigli si sente di dare in proposito?
“La qualità del decongelato dipende da come è avvenuta la congelazione”.
Cosa cambierà nella sua cucina dopo questa crisi?
“Niente. Perché?”