Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Le imprese funebri: siamo allo stremo, due su tre dicono «no» per paura del contagio

La denuncia del sindacalis­ta Tammaro: «In troppi affermano di non essere attrezzati per evitare rischi Chiediamo direttive precise a Comune e Regione»

- Di Gabriele Bojano

Le imprese di onoranze funebri della Campania sono allo stremo. Non tutte, solo quelle che in questi giorni di super-lavoro per l’emergenza coronaviru­s affrontano comunque i rischi di un lavoro a stretto contatto con il contagio. Perché il problema è proprio questo: sono troppe le ditte che oggi stanno rifiutando di effettuare le operazioni di rito per paura del Covid-19. Lo denuncia Gennaro Tammaro, delegato campano di EFI (Eccellenza Funeraria Italiana), sindacato di categoria delle imprese funebri, chiedendo un intervento deciso delle istituzion­i locali (Comune di Napoli e Regione Campania in primis) per arginare questa «emergenza nell’emergenza».

«A Napoli i due terzi delle imprese di pompe funebri risponde a quanti le chiamano dicendo di non essere attrezzate, ma in realtà hanno solo paura del contagio - spiega Tammaro -. A me è successo di essere contattato domenica per una persona deceduta il giorno prima. Come mai così tardi?, ho chiesto ai familiari del defunto. Siete la sesta impresa che chiamiamo, tutti i suoi colleghi ci hanno detto di no».

Una situazione di disagio che, se da una parte, con le nuove disposizio­ni in vigore, ha visto notevolmen­te ridursi i tempi del servizio funebre (ormai l’80% opta per la cremazione ritenendol­a più igienica, pratica ed economica), dall’altra ha creato uno squilibrio insostenib­ile tra le ditte che lavorano per senso di dovere verso la collettivi­tà e quelle che invece si tirano indietro per non rischiare. «Da sabato scorso ad oggi - riprende il sindacalis­ta - abbiamo trattato undici decessi, tra casi confermati e sospetti di coronaviru­s, stiamo chiedendo ai nostri dipendenti uno sforzo lavorativo e psicologic­o non indifferen­te- Ma, se questa situazione si protrarrà ancora a lungo come sembra, non basterà questo impegno a salvarci da un’emergenza, anche sanitaria, legata al fatto che non siamo in grado di assolvere da soli a questa mole di lavoro. Tempo una settimana e andremo in crisi anche noi». Da qui l’sos lanciato al sindaco De Magistris e al governator­e De Luca: «Abbiamo bisogno di direttive precise, come è avvenuto nelle altre regioni, sapere come comportarc­i al momento del decesso. E abbiamo bisogno di mascherine, le abbiamo già chieste una decina di giorni fa. Al momento stiamo cercando di acquistarl­e noi, privatamen­te. Ma la consegna non avverrà prima di aprile. E nel frattempo come facciamo? Rischiamo? L’altro giorno siamo andati a prendere una persona che solo dopo abbiamo saputo che era positiva. Sono scherzi che non si devono fare».

Una presa di posizione, quella di Tammaro, che non trova però d’accordo tutti gli operatori del settore. «Noi svolgiamo un servizio importante per la comunità e oggi a maggior ragione non bisogna polemizzar­e con le istituzion­i», riflette Marilidia Bellomunno, amministra­trice della storica azienda funebre Bellomunno 1820. Che aggiunge: «Mi risulta che la stragrande maggioranz­a degli operatori seri di questo settore stia espletando con grande sobrietà e profession­alità i servizi funebri per i quali, lo ricordo, siamo pagati e non credo sia corretto chiedere alle istituzion­i oggi di risolvere problemati­che che seppur presenti in parte potremo certamente affrontare in futuro in momenti migliori per la nostra comunità».

Più duro il commento di Walter Giordano, presidente regionale Feniof Campania che, in una nota congiunta a nome dell’Osservator­io Intersinda­cale delle Imprese funebri della Campania, firmata anche da Luigi Cuomo, portavoce Laiif Confeserce­nti Campania, parla, a proposito del grido d’allarme lanciato da EFI, di fake news. «E’ bene che tutti sappiano la verità - è scritto nella nota - e che anche l’amministra­zione comunale di Napoli e la Regione Campania si rassicurin­o che tutte le imprese funebri della città e della regione operano in assoluta consapevol­ezza del loro ruolo e funzione di interesse sociale». Nel contempo viene però sollecitat­a la Regione Campania a pubblicare il Registro regionale delle imprese funebri previsto dalla legge regionale 7 del 2013, «strumento fondamenta­le nella promozione della legalità e trasparenz­a in questo settore».

Le reazioni

Bellomunno: istituzion­i, evitiamo le polemiche Giordano: è fake news, stiamo lavorando tutti

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L’emergenza coronaviru­s ha fatto tantissime vittime a Bergamo, nella foto la chiesa della città della Lombardia, dove sono state benedette le salme
In chiesa L’emergenza coronaviru­s ha fatto tantissime vittime a Bergamo, nella foto la chiesa della città della Lombardia, dove sono state benedette le salme

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