Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Le imprese funebri: siamo allo stremo, due su tre dicono «no» per paura del contagio
La denuncia del sindacalista Tammaro: «In troppi affermano di non essere attrezzati per evitare rischi Chiediamo direttive precise a Comune e Regione»
Le imprese di onoranze funebri della Campania sono allo stremo. Non tutte, solo quelle che in questi giorni di super-lavoro per l’emergenza coronavirus affrontano comunque i rischi di un lavoro a stretto contatto con il contagio. Perché il problema è proprio questo: sono troppe le ditte che oggi stanno rifiutando di effettuare le operazioni di rito per paura del Covid-19. Lo denuncia Gennaro Tammaro, delegato campano di EFI (Eccellenza Funeraria Italiana), sindacato di categoria delle imprese funebri, chiedendo un intervento deciso delle istituzioni locali (Comune di Napoli e Regione Campania in primis) per arginare questa «emergenza nell’emergenza».
«A Napoli i due terzi delle imprese di pompe funebri risponde a quanti le chiamano dicendo di non essere attrezzate, ma in realtà hanno solo paura del contagio - spiega Tammaro -. A me è successo di essere contattato domenica per una persona deceduta il giorno prima. Come mai così tardi?, ho chiesto ai familiari del defunto. Siete la sesta impresa che chiamiamo, tutti i suoi colleghi ci hanno detto di no».
Una situazione di disagio che, se da una parte, con le nuove disposizioni in vigore, ha visto notevolmente ridursi i tempi del servizio funebre (ormai l’80% opta per la cremazione ritenendola più igienica, pratica ed economica), dall’altra ha creato uno squilibrio insostenibile tra le ditte che lavorano per senso di dovere verso la collettività e quelle che invece si tirano indietro per non rischiare. «Da sabato scorso ad oggi - riprende il sindacalista - abbiamo trattato undici decessi, tra casi confermati e sospetti di coronavirus, stiamo chiedendo ai nostri dipendenti uno sforzo lavorativo e psicologico non indifferente- Ma, se questa situazione si protrarrà ancora a lungo come sembra, non basterà questo impegno a salvarci da un’emergenza, anche sanitaria, legata al fatto che non siamo in grado di assolvere da soli a questa mole di lavoro. Tempo una settimana e andremo in crisi anche noi». Da qui l’sos lanciato al sindaco De Magistris e al governatore De Luca: «Abbiamo bisogno di direttive precise, come è avvenuto nelle altre regioni, sapere come comportarci al momento del decesso. E abbiamo bisogno di mascherine, le abbiamo già chieste una decina di giorni fa. Al momento stiamo cercando di acquistarle noi, privatamente. Ma la consegna non avverrà prima di aprile. E nel frattempo come facciamo? Rischiamo? L’altro giorno siamo andati a prendere una persona che solo dopo abbiamo saputo che era positiva. Sono scherzi che non si devono fare».
Una presa di posizione, quella di Tammaro, che non trova però d’accordo tutti gli operatori del settore. «Noi svolgiamo un servizio importante per la comunità e oggi a maggior ragione non bisogna polemizzare con le istituzioni», riflette Marilidia Bellomunno, amministratrice della storica azienda funebre Bellomunno 1820. Che aggiunge: «Mi risulta che la stragrande maggioranza degli operatori seri di questo settore stia espletando con grande sobrietà e professionalità i servizi funebri per i quali, lo ricordo, siamo pagati e non credo sia corretto chiedere alle istituzioni oggi di risolvere problematiche che seppur presenti in parte potremo certamente affrontare in futuro in momenti migliori per la nostra comunità».
Più duro il commento di Walter Giordano, presidente regionale Feniof Campania che, in una nota congiunta a nome dell’Osservatorio Intersindacale delle Imprese funebri della Campania, firmata anche da Luigi Cuomo, portavoce Laiif Confesercenti Campania, parla, a proposito del grido d’allarme lanciato da EFI, di fake news. «E’ bene che tutti sappiano la verità - è scritto nella nota - e che anche l’amministrazione comunale di Napoli e la Regione Campania si rassicurino che tutte le imprese funebri della città e della regione operano in assoluta consapevolezza del loro ruolo e funzione di interesse sociale». Nel contempo viene però sollecitata la Regione Campania a pubblicare il Registro regionale delle imprese funebri previsto dalla legge regionale 7 del 2013, «strumento fondamentale nella promozione della legalità e trasparenza in questo settore».
Le reazioni
Bellomunno: istituzioni, evitiamo le polemiche Giordano: è fake news, stiamo lavorando tutti