Corriere del Mezzogiorno (Campania)
UN SOLO UOMO AL COMANDO
Ammesso che di questi tempi a San Gregorio Armeno qualcuno ne possa o voglia inventare, un pastore non sarebbe bastato, e allora la fantasia dei napoletani e, con un’accezione più larga, dei campani si è adeguata ai tempi e sta sfornando ad un ritmo impressionante e con risultati spesso geniali prodotti più contemporanei. Segno di modernità in cui persiste con la sua forza intramontabile il nostro impareggiabile dialetto. Il protagonista è lui, Vincenzo De Luca. Altro che «sceriffo», lui ora è un mito. Planetario, si deve aggiungere, per aver messo in fila Crozza, Verdone e Naomi Campbell, ma non finirà qui. Immagini con battute folgoranti, disegni animati con sottofondo musicale irresistibile come una rielaborazione divertentissima di un brano di De Andrè, caricature che neanche Forattini se le sarebbe mai sognate: non so voi, io ne sono bombardato e non nascondo che la prima reazione è di un sorriso quasi fossi a teatro. E tutto sommato non è male un momento di leggerezza in un clima così pesante. Poi, però, si torna con i piedi per terra e ci si accorge che c’è poco da ridere. Il fatto è che questo boom di simpatia per il nostro governatore sottende un bisogno di rassicurazione in un tempo di incertezza generale che si nutre di sentimenti contrastanti quali la paura e la speranza. La prima è nei fatti, nella nostra condizione, nei numeri terrificanti, nelle storie tragiche che non si riesce neanche più a raccontare e a leggere, nel vuoto nebuloso che ci sembra essere diventato il futuro, e non quello di un lontano domani ma quello più ravvicinato dei prossimi giorni, settimane, mesi e, forse, anni. La speranza è in quel ritornello che ci ripetiamo notte e giorno, «ce la faremo», e più lo ripetiamo più capiamo che non lo sappiamo se davvero sarà così. Pensiamo di vedere le cose con colori netti, il bianco o il nero, in realtà il grigio, la confusione, incombe sui nostri pensieri e, di notte, trasforma i sogni in incubi. Tutto questo per dire che cosa? Che dobbiamo sempre tenere a mente che sotto forma di un virus un vulcano planetario sta eruttando veleni da bocche incontrollabili, vieppiù crescenti e sparse in ogni angolo della Terra.