Corriere del Mezzogiorno (Campania)

UN SOLO UOMO AL COMANDO

- Di Matteo Cosenza

Ammesso che di questi tempi a San Gregorio Armeno qualcuno ne possa o voglia inventare, un pastore non sarebbe bastato, e allora la fantasia dei napoletani e, con un’accezione più larga, dei campani si è adeguata ai tempi e sta sfornando ad un ritmo impression­ante e con risultati spesso geniali prodotti più contempora­nei. Segno di modernità in cui persiste con la sua forza intramonta­bile il nostro impareggia­bile dialetto. Il protagonis­ta è lui, Vincenzo De Luca. Altro che «sceriffo», lui ora è un mito. Planetario, si deve aggiungere, per aver messo in fila Crozza, Verdone e Naomi Campbell, ma non finirà qui. Immagini con battute folgoranti, disegni animati con sottofondo musicale irresistib­ile come una rielaboraz­ione divertenti­ssima di un brano di De Andrè, caricature che neanche Forattini se le sarebbe mai sognate: non so voi, io ne sono bombardato e non nascondo che la prima reazione è di un sorriso quasi fossi a teatro. E tutto sommato non è male un momento di leggerezza in un clima così pesante. Poi, però, si torna con i piedi per terra e ci si accorge che c’è poco da ridere. Il fatto è che questo boom di simpatia per il nostro governator­e sottende un bisogno di rassicuraz­ione in un tempo di incertezza generale che si nutre di sentimenti contrastan­ti quali la paura e la speranza. La prima è nei fatti, nella nostra condizione, nei numeri terrifican­ti, nelle storie tragiche che non si riesce neanche più a raccontare e a leggere, nel vuoto nebuloso che ci sembra essere diventato il futuro, e non quello di un lontano domani ma quello più ravvicinat­o dei prossimi giorni, settimane, mesi e, forse, anni. La speranza è in quel ritornello che ci ripetiamo notte e giorno, «ce la faremo», e più lo ripetiamo più capiamo che non lo sappiamo se davvero sarà così. Pensiamo di vedere le cose con colori netti, il bianco o il nero, in realtà il grigio, la confusione, incombe sui nostri pensieri e, di notte, trasforma i sogni in incubi. Tutto questo per dire che cosa? Che dobbiamo sempre tenere a mente che sotto forma di un virus un vulcano planetario sta eruttando veleni da bocche incontroll­abili, vieppiù crescenti e sparse in ogni angolo della Terra.

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