Corriere del Mezzogiorno (Campania)
L’assessore Fascione: la tecnologia contro il virus
Parla la titolare della delega all’Innovazione: attivo in Regione un gruppo di lavoro con la direzione Salute e la Protezione civile
NAPOLI «Siamo partiti per gradi. L’Unità di crisi regionale sta affrontando la fase emergenziale, organizzando il sistema sanitario, mettendo in campo tutte le iniziative per prevenire i contagi, cercando di anticipare i tempi anche alla luce, purtroppo, di quello che sta accadendo soprattutto in Lombardia. In parallelo stiamo lavorando per affiancare con supporti tecnologici e digitali». Valeria Fascione è l’assessore regionale all’Innovazione, alle startup. In tempo di pace una delega che guarda al futuro, in tempo di guerra, invece, uno strumento essenziale per monitorare il contagio. Il professore Giorgio Ventre, anima della iOs Academy di San Giovanni a Teduccio, in un’intervista al Corriere del Mezzogiorno ha annunciato che la Federico II è pronta, con almeno due app «di protezione più che di controllo» del virus e dei contagiati.
Assessore Fascione, anche al ministero dell’Innovazione si sta lavorando in questa direzione, sulla falsariga del modello Corea. Cosa sta facendo la Regione Campania?
«È all’opera un gruppo di lavoro digitale per l’emergenza Covid19, voluto dal presidente De Luca, con la Protezione civile, la direzione Salute e gli uffici per l’informatizzazione-digitalizzazione della Regione. Il primo tema affrontato è stato quello della scuola. Rispettando l’autonomia scolastica, abbiamo offerto un supporto gratuito, la piattaforma webex che Cisco ha messo a disposizione del Paese. Ma che in Campania ha il record di licenze: 3650 in 53 istituti».
Purtroppo troppi ragazzi però sono lasciati soli.
«Verissimo. C’è tanto da fare, però ricordo a tutti che webex è una piattaforma agile adatta ad ogni tipo di device, anche solo il cellulare. È una piattaforma omogenea, accessibile, non dispersiva. E gli studenti delle Academy sono a disposizione con tutorial semplici. Il messaggio è che si può fare».
Passiamo ad un tema caldo e ben più complesso, che riguarda l’utilizzo dei Big Data. A che punto siete?
«La nostra prima preoccupazione e quindi, in questo momento, la nostra urgenza è trovare il miglior modo per utilizzare i dati in maniera non invasiva, tutelando la privacy e proteggendo i cittadini».
In che direzione vi state muovendo?
«Ci stiamo muovendo su tre livelli. Il primo è quello del monitoraggio automatico, grazie agli operatori telefonici».
Sfruttando le celle telefoniche come in Lombardia?
«Esatto. Si tratta di dati aggregati. Ma a noi principalmente interesse monitorare gli spostamenti da Nord a Sud, in questo modo. Stiamo elaborando in questi giorni tutte le informazioni».
Il secondo livello?
«È quello del monitoraggio volontario che si può fare attraverso una app. E in questo caso, come diceva il professor Ventre, grazie a una rete di innovazione territoriale, siamo al lavoro per vagliare la soluzione migliore. Parliamo di protezione, non di controllo, questo deve essere chiaro».
L’unità di crisi lavora alla fase dell’emergenza, al contempo operiamo per affiancarla con la tecnologia
Il primo tema affrontato è stato quello della scuola offrendo webex, una piattaforma gratuita
Inevitabilmente si pongono problemi di privacy. Come pensate di superarli?
«Ormai si fa in maniera anonima e sicura, usando soltanto le informazioni che ti servono per sapere e proteggere i tuoi contatti. Evitando anche la geolocalizzazione. Oggi è possibile».
” La nostra urgenza è trovare il modo di utilizzare i dati in maniera che non sia affatto invasiva
Arriviamo al terzo livello.
«Che sfrutta il mondo social, il sentiment che si può trarre dalla rete. I tre livelli si integrano, così da tutelare tutti. È una sfida collettiva. Per questo stiamo valutando e approfondendo quanto possibile. Ma è una sfida che dobbiamo cogliere, quella del digitale e della tecnologia. Che oggi ci possono aiutare contro il Covid19, come quotidianamente ci aiutano a vivere meglio. Con serietà e serenità».