Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Poveri e senza dimora, occorre l’aiuto di tutti
Cearo direttore in questi giorni di emergenza totale la paura, la diffidenza, la tutela della salute con il «restate a casa» stanno lasciando indietro le prime vittime.
Parte di quella popolazione sommersa che si è trovata immediatamente isolata, in una quarantena sociale dentro cui è a rischio la sopravvivenza.
Stiamo parlando di uomini e donne soli, di anziani, persone con disabilità e povere, Rom abbandonati nei campi senza alcun aiuto, badanti costrette a rinunciare al lavoro per la paura del contagio e quindi a lasciare senza assistenza molte famiglie, migranti nella migliore delle ipotesi impiegati in attività commerciali e ristoranti ora chiusi, in quella peggiore passati nelle fila delle migliaia di persone, italiane e straniere, senza dimora che una casa dove rifugiarsi non l’hanno mai avuta e che tutto ciò che possono fare, o vengono costretti a fare, è semplicemente spostarsi più in là.
E stiamo parlando delle famiglie, decine ogni giorno, che chiedono aiuto non solo dalla città ma anche dalla provincia, perché non ce la fanno ad andare avanti e che chiamano la Centrale operativa sociale per chiedere medicine, o da mangiare.
Per tutte queste persone, e per le tante altre che nemmeno arriviamo ad intercettare, si è attivata una fitta rete di volontariato, che però non basta. Non è ancora capillare. I mezzi sono ancora scarsi e rischiano di lasciare indietro troppe persone, così che dove non è ancora arrivato il virus rischiamo che arrivino prima la fame, la solitudine e l’abbandono.
Per questo occorre una mobilitazione generale. Occorre capire, una volta per tutte, che questa pandemia livella ogni cosa, annulla le differenze sociali, azzera i privilegi perché il diritto alla salute è e deve essere di tutti, nessuno escluso.
Abbiamo appreso di un primo e tardivo tentativo di coordinamento in Prefettura. Sappiamo di tante piccole iniziative sporadiche. Non sono sufficienti. Occorre un coordinamento generale, per creare centri dove poter far convergere le risorse, dove i volontari e gli operatori sociali possano recarsi per trovare quanto necessario da redistribuire. Occorrono approvvigionamenti costanti, risorse adeguate per il reperimento di beni di consumo per i poveri, screening sanitari per quanti non hanno accesso alle cure mediche. Occorre proteggere con mascherine, guanti, tute gli operatori e i volontari che si muovono sul territorio, e dare loro immediatamente le autorizzazioni necessarie.
È per questo che rivolgiamo un appello al presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca e al sindaco di Napoli Luigi de Magistris, insieme con Gesco, la comunità di Sant’Egidio, la Fondazione Massimo Leone, il Centro La Tenda, il Coordinamento campano con i Rom, ODV BeHumans – Progetto Coordinamento di Strada Napoli, il Comitato Albergo dei Poveri, il Forum Disuguaglianze Diversità, le cooperative Il Camper e Dedalus e il supporto scrittori come Maurizio de Giovanni, Massimiliano Virgilio, Angelo Petrella, Michele Serio, Serena Venditto, Aldo Putignano, Vincenza Alfano, Sara Bilotti e Chiara Tortorelli e personalità della società civile come Laura Marmorale, Antonio Cavaliere, Sergio Moccia, Valentina de Giovanni e Dino Falconio. Chiediamo che Regione e Comune creino immediatamente un Coordinamento per l’emergenza sociale, ci coinvolgano tutti, per poter contribuire con le nostre conoscenze ad organizzare gli interventi verso quelli che rischiano di più, organizzando un intervento razionale e concreto che non può essere lasciato solo all’improvvisazione spontanea. Non c’è altro tempo da perdere!
(Per aderire all’appello: info@napolicittasolidale.it)
Organizzazione
Occorre creare centri dove far converge re le risorse, dove i volontari e gli operatori sociali possano recarsi per trovare il necessario da distribuire ai bisognosi