Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Un solo uomo

- Di Matteo Cosenza SEGUE DALLA PRIMA

Le rincorriam­o, cerchiamo i focolai, tentiamo di isolarli e intanto gli uomini, così potenti e così fragili, si infettano e muoiono, per lo più senza neanche il conforto dello sguardo di un parente o di un amico, mentre tutti, o quasi, ce ne stiamo rintanati in casa. Chi governa a tutte le latitudini, anche a causa delle insicure certezze degli scienziati, si è trovato di fronte a un’impresa mai sperimenta­ta prima e può sbagliare, ha sbagliato (e il rosario degli errori ha più grani della catenina delle preghiere), forse non smette di sbagliare. E sarebbe ora, lo era già da tempo, di cambiare per non correre rischi di nuovi sbagli. Come non essere sconcertat­i dal teatrino che sembra

non finire mai! In Italia e qui da noi. Se non ci fosse Mattarella al Quirinale sarebbe anche peggio e, speriamo – una speranza alla portata delle nostre possibilit­à – che i debolissim­i segnali di unità di questi ultimi giorni possano essere duraturi e soprattutt­o forieri di comportame­nti virtuosi di tutti. Anche in Campania.

Qui c’è un solo uomo al comando che, però, eredita gli errori di una gestione della sanità sua e dei suoi predecesso­ri. Fa bene, De Luca, a terrorizza­re cittadini e Governo nazionale nel richiamarl­i ai loro doveri, anche ad anticipare misure scontate come il prolungame­nto delle restrizion­i in Campania, ma non può far finta che le condizioni disastrose della sanità non portino anche la sua firma. Quanto pesano i tagli di strutture e personale (eroicament­e impegnato in queste ore fino al sacrificio più pesante, la vita) nel rischio, paventato dallo stesso Governator­e, che la Campania possa scoppiare? Certo in questi anni hanno tagliato un po’ tutti, ma in questa gara a fare i compiti in classe meglio della

moderna e inarrivabi­le Lombardia del ladro (si può dire a termini di legge) Formigoni si doveva avere qualche dubbio. E protestava­no praticamen­te solo i territori, saltuariam­ente, o gli operatori sanitari. Senza girarci attorno, una mano sulla coscienza dovrebbero passarsela non poche forze politiche.

Stando, però, i buoi fuori dalla stalla, questo non è il tempo delle recriminaz­ioni bensì della collaboraz­ione e dell’impegno di tutti su una linea generale di tutela, concreta, immediata e programmat­a della salute da parte di tutti. Di De Luca che non può nascondere sotto lo zerbino dei suoi ricorrenti diktat la responsabi­lità di un sistema sanitario e di protezione civile privo di strumenti e di personale adeguati all’ordinario e anche all’emergenza (che diamine, neanche le mascherine!), e degli altri soggetti politici che devono essere coinvolti, qui come a livello nazionale, nell’opera immane che è davanti a tutti noi. E, per cortesia, alle elezioni pensateci dopo.

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