Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Un solo uomo
Le rincorriamo, cerchiamo i focolai, tentiamo di isolarli e intanto gli uomini, così potenti e così fragili, si infettano e muoiono, per lo più senza neanche il conforto dello sguardo di un parente o di un amico, mentre tutti, o quasi, ce ne stiamo rintanati in casa. Chi governa a tutte le latitudini, anche a causa delle insicure certezze degli scienziati, si è trovato di fronte a un’impresa mai sperimentata prima e può sbagliare, ha sbagliato (e il rosario degli errori ha più grani della catenina delle preghiere), forse non smette di sbagliare. E sarebbe ora, lo era già da tempo, di cambiare per non correre rischi di nuovi sbagli. Come non essere sconcertati dal teatrino che sembra
non finire mai! In Italia e qui da noi. Se non ci fosse Mattarella al Quirinale sarebbe anche peggio e, speriamo – una speranza alla portata delle nostre possibilità – che i debolissimi segnali di unità di questi ultimi giorni possano essere duraturi e soprattutto forieri di comportamenti virtuosi di tutti. Anche in Campania.
Qui c’è un solo uomo al comando che, però, eredita gli errori di una gestione della sanità sua e dei suoi predecessori. Fa bene, De Luca, a terrorizzare cittadini e Governo nazionale nel richiamarli ai loro doveri, anche ad anticipare misure scontate come il prolungamento delle restrizioni in Campania, ma non può far finta che le condizioni disastrose della sanità non portino anche la sua firma. Quanto pesano i tagli di strutture e personale (eroicamente impegnato in queste ore fino al sacrificio più pesante, la vita) nel rischio, paventato dallo stesso Governatore, che la Campania possa scoppiare? Certo in questi anni hanno tagliato un po’ tutti, ma in questa gara a fare i compiti in classe meglio della
moderna e inarrivabile Lombardia del ladro (si può dire a termini di legge) Formigoni si doveva avere qualche dubbio. E protestavano praticamente solo i territori, saltuariamente, o gli operatori sanitari. Senza girarci attorno, una mano sulla coscienza dovrebbero passarsela non poche forze politiche.
Stando, però, i buoi fuori dalla stalla, questo non è il tempo delle recriminazioni bensì della collaborazione e dell’impegno di tutti su una linea generale di tutela, concreta, immediata e programmata della salute da parte di tutti. Di De Luca che non può nascondere sotto lo zerbino dei suoi ricorrenti diktat la responsabilità di un sistema sanitario e di protezione civile privo di strumenti e di personale adeguati all’ordinario e anche all’emergenza (che diamine, neanche le mascherine!), e degli altri soggetti politici che devono essere coinvolti, qui come a livello nazionale, nell’opera immane che è davanti a tutti noi. E, per cortesia, alle elezioni pensateci dopo.