Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Il trasporto pubblico è in ginocchio Cassa integrazione per Gesac ed Eav
La società di gestione di Capodichino farà ricorso alla straordinaria per 12 mesi per tutti i suoi addetti Treni e bus, de Gregorio: soffre il settore nazionale
non perderanno nulla perché l’azienda integrerà la parte non compensata dal fondo. L’azienda recupererà circa un milione al mese». Lo ha reso noto il presidente della holding dei trasporti della Regione Campania, Umberto de Gregorio. «Dopo queste prime nove settimane si farà il punto della crisi. Dobbiamo tutelare i lavoratori del settore trasporto, in prima linea, subito dopo il personale sanitario, nella crisi sanitaria» aggiunge. Azienda e sindacati «si impegnano a condurre azioni, anche unitarie, finalizzate al raggiungimento dell’obiettivo di ottenere misure straordinarie compensative da parte del governo nazionale e regionale per la compensazione della perdita dei ricavi da traffico».
La proposta iniziale dell’azienda era di congelare gli accordi in essere che prevedono premi di produttività ma è stata respinta. È stata allora avanzata una proposta alternativa di riduzione del 10 per cento dello stipendio lordo per tutti i lavoratori: sul punto i sindacati hanno ritenuto che verrà valutata quando sarà più chiaro lo scenario complessivo della crisi nel settore.
«Il problema non è di Eav, ma di tutto il settore del trasporto pubblico locale nazionale che si stima perda 200 milioni di euro di incassi al mese in questa emergenza sanitaria. Preoccuparsi è doveroso. In tutta Italia tutte le aziende di trasporto stanno attivando ammortizzatori sociali. Non preoccuparsi è da incoscienti. Eav non rischia oggi certo il fallimento avendo portato il suo patrimonio da 10 a 150 milioni, ma si preoccupa della gestione finanziaria che potrebbe avere contraccolpi nei prossimi mesi con pesanti ripercussioni sui fornitori. Dobbiamo tutelare anche l’indotto, i lavoratori spesso più deboli. Ma altre aziende del trasporto pubblico locale in Campania potranno sostenere l’urto della crisi?», aggiunge De Gregorio che invita a guardare avanti, oltre queste settimane. «A maggio non tornerà tutto come prima. Gli effetti di questa crisi avranno una lunga coda, di mesi, forse anni. Tutto il settore economico dovrà ridisegnare i propri piani. Quella che stiamo conducendo per ora sembra soltanto una trattativa sindacale come le altre, ma temo sia qualcosa di molto più profondo. Probabilmente dobbiamo rimettere in discussione tutto. Su una cosa non ho dubbi: le assunzioni e gli investimenti non si possono fermare».