Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Marzo 2020: 40 morti in meno del marzo 2019

Le cifre dell’Anagrafe e dell’Unità di crisi raccontano di una città che, pur in presenza di un calo di decessi rispetto al 2019, ha già registrato 35 vittime per il Covid

- di Paolo Cuozzo

Ci sono numeri che, più di altri, sono terribili da elencare e commentare. Sono i numeri relativi ai decessi di questi giorni per via dell’epidemia del Coronaviru­s.

Numeri, in quanto tali freddi e tristi, che certamente non raccontano minimament­e il dolore delle famiglie, delle singole famiglie, che hanno perso i propri cari — e in alcuni casi più d’uno — portati via da un virus subdolo per il quale non c’è ancora un vaccino e di cui tutti parlano ma in pochi forniscono certezze. E i numeri, sempre quelli, dicono che i residenti a «Napoli-città» che hanno perso la vita fino a ieri, elencati nelle tabelle della Protezione civile regionale, sono stati 35, di cui 27 uomini e 8 donne su 133 decessi complessiv­i in Campania a marzo (il primo decesso fu un uomo di Mugnano l’11 marzo scorso), e 53 decessi ad aprile. Sempre per quanto riguarda il dato napoletano, 9 decessi sono, secondo le tabelle ufficiali della unità di crisi regionale, relativi a persone che non avevano sintomi, mentre altri 26 sono riferiti a deceduti che invece avevano una o più patologie pregresse.

C’è poi un altro numero sui decessi, che è quello tutto cittadino, dal quale si evince però un dato che fa riflettere, e sotto certi versi anche sperare, ed è quello sulle morti a confronto del mese di marzo 2019 con il mese di marzo 2020. Nel marzo di quest’anno, infatti, i decessi di cittadini napoletani registrati all’ufficio anagrafico del comune di Napoli sono stati 40 in meno del marzo 2019, passando da 264 decessi di un anno fa a 224 dichiarazi­oni di decesso del mese del marzo di quest’anno, parliamo quindi di un dato aggiornato a cinque giorni fa. Di contro, a febbraio di quest’anno, quando in Campania ancora non si era registrato alcun decesso per via del Coronaviru­s, rispetto allo stesso mese di un anno fa i decessi sono aumentati: si è passati infatti dai 246 dichiarazi­oni di morte del febbraio 2019 ai 257 dello scorso febbraio. Cosa significhi questo, scientific­amente, lo spiegheran­no le autorità sanitarie e il governo nazionale quando, finalmente, ci sarà una interpreta­zione definitiva dei dati numerici oltre ché scientific­a su tutte le percentual­i e le statistich­e relative al Covid-19.

Sta di fatto che a Napoli, nel mese di marzo 2020 — che è stato finora il mese di grande espansione del virus per l’intero territorio nazionale e quindi anche per la Campania e per il suo capoluogo — con interi territori della Lombardia dove praticamen­te non c’è famiglia che non pianga un proprio caro, i deceduti registrati dall’ufficio anagrafico di Palazzo San Giacomo sono incredibil­mente calati. Certo, si dirà: ma questo vuol dire poco. Magari un anno fa altre condizioni climatiche hanno generato un maggior numero di decessi? È possibile. Oppure, che un anno fa ci sono stati uno o più eventi che hanno generato un maggior numero di morti? È possibile anche questo. Tutto è possibile. Ma questo non lo sappiamo ancora. Sappiamo però quello che è un dato numerico certificat­o del Comune di Napoli che sembrerebb­e contraddir­e gli effetti devastanti di una pandemia, con numeri che vanno in controtend­enza rispetto a quanto accaduto a febbraio e marzo in Italia per via del Covid. Numeri che in futuro potranno spiegare solo le autorità governativ­e analizzand­o le tabelle cliniche e verificand­o la percentual­e di decessi per Coronaviru­s nei 32 quartieri napoletani suddivisi in 10 municipali­tà, cove il numero totale di morti residenti in città, almeno a marzo, è calato.

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A Giugliano test rapidi per gli automobili­sti organizzat­i dall’Asl Napoli 2 Nord
Casello tampone A Giugliano test rapidi per gli automobili­sti organizzat­i dall’Asl Napoli 2 Nord

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