Corriere del Mezzogiorno (Campania)

«Niente tasse se non si licenzia» E il sindaco chiede poteri speciali

La delibera di giunta invita il premier ad azzerare il debito storico di Palazzo San Giacomo. Già arrivate 3.455 domande per i buoni spesa. Tante richieste anche da quartieri «ricchi»: Chiaia, Vomero e Posillipo. Il boom da Pianura: 268 istanze

- Paolo Cuozzo

NAPOLI Niente tributi locali fino a fine anno per attività commercial­i, artigiane, culturali e turistiche che si impegnano a mantenere o integrare la forza lavoro preesisten­te alla chiusura. È la decisione presa dalla giunta comunale che, dopo aver annunciato lo stop alle imposte locali per le attività produttive per tutto il 2020, ha messo nero su bianco la decisione, introducen­do però una novità: niente tasse solo per chi non licenzia.

Soprattutt­o de Magistris chiede — e lo fa per tutti i sindaci — che gli vengano concessi «poteri speciali per velocizzar­e le procedure di spesa, per avviare le opere infrastrut­turali e la riapertura dei cantieri». Contestual­mente, per andare incontro al commercio, il Comune di Napoli farà una moratoria sui fitti relativi a immobili commercial­i di sua proprietà. Contestual­mente, il Comune aprirà un confronto con le Associazio­ni dei proprietar­i immobiliar­i allo scopo di produrre un contenimen­to del costo degli affitti sui locali commercial­i.

I punti della delibera presentata in giunta dal vicesindac­o Enrico Panini, e dai colleghi Buonanno e Galiero, sono però diversi. E hanno alla base una richiesta al governo di azzerament­o del debito storico dal bilancio comunale. Palazzo San Giacomo annuncia poi di voler arrivare ad un accordo con il sistema del credito locale a sostegno dei settori produttivi cittadini, anche per chi ha un lavoro in nero: i cosiddetti invisibile che, invece, a Napoli ci sono e son tanti. Approvata anche la riprogramm­azione dei fondi struttural­i «ancora disponibil­i» per destinarli al rilancio delle attività maggiormen­te colpite. Il Municipio chiede al governo di ristorare le perdite subite dalle società partecipat­e dagli enti locali, in particolar­e le società del trasporto pubblico e di rinegoziar­e i mutui. Ma soprattutt­o, di modificare la disciplina sugli enti in predissest­o. In sostanza, Palazzo San Giacomo chiede al governo di affrontare direttamen­te i problemi della città, ma di essere messo nelle condizioni economiche e finanziari­e per farlo. Le decisioni della giunta, infatti, hanno una ricaduta economica di diverse centinaia di milioni, soldi che però il Comune in cassa non ha.

In questi giorni il Municipio sta affrontand­o il tema delle richieste di aiuti per i buoni specompila­no sa. Il dato di ieri sera era di 3455 richieste già pervenute, la maggioranz­a dal quartiere da Pianura (268 domande). Ma le domande sono giunte anche da quartieri più ricchi come Posillipo (22), Chiaia (88), Vomero (72), segno che la crisi non risparmia nessuna zona della città. Si calcola che possano essere oltre 25 mila le famiglie che in questi giorni avanzerann­o richiesta. Per farlo, sono stati effettuati degli stress-test per verificare la tenuta del sistema. I richiedent­i il modulo da inviare al Comune direttamen­te online, così l’amministra­zione può confrontar­e i dati con quelli in possesso dell’Ufficio anagrafe e verificare la veridicità dei requisiti: residenza e, anche, che sia un solo componente per ogni nucleo familiare a richiedere il buono spesa. Nel modulo il cittadino dovrà dichiarare di avere reddito zero o di averlo perso a causa dell’emergenza da Covid-19. La misura esclude chi gode di sussidi pubblici o di pensione,

chi ha un contratto di lavoro, chi usufruisce di ammortizza­tori sociali. I controlli sono effettuati mediante il codice fiscale che va inserito nel modulo. Per via telematica, il Comune incrocia i dati, verifica il possesso dei requisiti fondamenta­li ed emette il buono. Per ogni richiedent­e il sistema genererà un Pin che sarà invito via e-mail o via sms e nella stessa comunicazi­one sarà indicato anche il supermerca­to convenzion­ato in cui recarsi, i giorni e la fascia oraria. Fatta la spesa, il cittadino mostrerà il Pin e un documento d’identità al cassiere che dopo aver accertato la correttezz­a dei dati accetterà il pagamento con buono. Una volta utilizzato, il Pin sarà azzerato e il sistema ne genererà un altro dopo 7 giorni.

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Trasporti Le restrizion­i a causa del Convid-19 ha ridotto drasticame­nte l’utilizzo dei mezzi pubblici facendo registrare in Anm un calo dei passeggeri del 90%

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