Corriere del Mezzogiorno (Campania)
«I battenti non autorizzati vogliono uscire comunque»
NAPOLI Padre Francesco La Vecchia, priore provinciale dei Domenicani, i frati che reggono il Santuario di Madonna dell’Arco, non usa mezze parole: «Le processioni sono vietate. Il santuario di Madonna dell’Arco è chiuso fino al 20 aprile, il pellegrinaggio del lunedì in Albis è annullato. Nessuno può trasgredire a queste indicazioni. In più ci sono i provvedimenti del Governo e della Regione. Nessuno si può spostare di un comune all’altro e i controlli saranno ancora più severi nei giorni 11, 12 e 13 aprile».
E ha ragione ovviamente, ma ciò che preoccupa non sono solo i fedeli che si recano il lunedì in Albis al Santuario della Madonna dell’Arco, per il pellegrinaggio annuale, ma quelle cellule autonome di battenti che si muovono in maniera autonoma. «Io direi anarchica - incalza il provinciale purtroppo mi giungono feedback di iniziative diciamo spontanee, io però tengo a chiarire una cosa: i battenti che afferiscono al nostro santuario coprono sei diocesi: Nola, Aversa, Caserta, Sorrento-Castellamare, Pozzuoli e Napoli. Purtroppo i gruppi di “dissidenti” appartengono proprio alla diocesi di Napoli, un retaggio che risale ai tempi del cardinale Ursi e che fanno un po’ storia a sè, quando vengono il lunedì in Albis portano i toselli, ad esempio, anche se è vietato». Per non parlare poi di quei gruppi che vanno in giro a chiedere soldi… «non sono autorizzati da noi – precisa ancora padre La Vecchia - e quei soldi non arrivano al santuario».
Insomma i divieti ci sono. Come fare per far li rispettare?«Mi appello alla responsabilità dei nostri fedeli – conclude il provinciale - che viene richiesta a tutti, e che vale ancora di più per chi ha fede, piuttosto che andare in giro, uniamoci in preghiera, noi qui siamo organizzati con la nostra pagina Facebook, recitiamo il rosario, celebriamo messa e naturalmente terremo tutti i riti della settimana santa in streaming, quindi invito i devoti alla Madonna dell’Arco a pregare e a rimanere a casa».
Dalla diocesi di Napoli, intanto, Pasquale Oliviero, il presidente delle Unioni cattoliche operaie, l’organismo che governa le associazioni dei battenti, fa sapere: «Ci siamo mossi per tempo con una circolare del 19 marzo nella quale abbiamo chiaramente detto che ogni tipo di spostamento è vietato. La situazione però è preoccupante, non vorrei che uno sparuto numero di battenti potesse organizzarsi, se lo dovessimo scoprire, allora quella singola associazione che ha trasgredito, verrà chiusa». Insomma, c’è una motivata preoccupazione che piccoli gruppi di «irriducibili» possano comunque andare in giro.