Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Delivery, fronte dei ristoratori per ripartire Ma non tutti sono d’accordo: è prematuro
Di Porzio (Fipe): «Disponibili a un percorso condiviso». Oliva: non abbassiamo la guardia
Fipe Confcommercio Campania, che vanta circa 50 mila iscritti in regione, lancia un appello al governatore Vincenzo De Luca chiedendo di ripristinare la consegna a domicilio di cibi e bevande, consentita in altre zone d’Italia. A sostenere la necessità di programmare l’avvio della cosiddetta «fase 2» il direttore generale di Confcommercio Campania Pasquale Russo, e il presidente di Fipe Campania Massimo Di Porzio, titolare dello storico ristorante pizzeria Umberto nel cuore di Chiaia. «Ad un mese dall’inizio del
lockdown — scrive il primo — è necessario arrivare a un confronto per individuare un percorso condiviso per riattivare in sicurezza l’attività di consegna a domicilio da parte dei pubblici esercizi di somministrazione di alimenti e bevande». A dare la stura all’iniziativa, la sollecitazione arrivata da alcuni importanti nomi della ristorazione, in prevalenza pizzaioli. Tra i fautori dello sblocco ci sono Sorbillo, l’Antica pizzeria da Michele, 50 Kalò, Di Matteo, Pepe in Grani (di Caiazzo), Poppella, Casa Infante, l’Antica pizzeria Port’Alba, Carraturo, La Notizia, Mattozzi, Gorizia. «Riteniamo — spiega Russo — che in tal modo si possa perseguire un duplice obiettivo: fornire un utile servizio alla cittadinanza che potrebbe ulteriormente limitare le uscite da casa, nonché dare respiro a un comparto il cui ritorno alla piena attività avrà tempi lunghissimi rispetto ad altri settori».
Dal canto suo, Di Porzio ricorda: «Nel resto del Paese è stato consentito scegliere se rimanere aperti o meno per la consegna a domicilio. Chiediamo di adeguare la situazione anche in Campania». Con Pasqua ormai alle porte, cresce la speranza di molti cittadini di ricevere a casa la pastiera. «In base alle disposizioni vigenti — ricorda Di Porzio — ci troviamo di fronte a un paradosso. Le pastiere possono essere spedite solo fuori regione». Il presidente di Fipe sottolinea anche che la richiesta rivolta a De Luca va ben oltre la contingenza. «È chiaro — afferma — che dopo il superamento della fase acuta dell’emergenza, dovremo imparare a convivere, almeno per alcuni mesi, col virus. Per questo, a meno che non si voglia chiedere alle aziende di chiudere definitivamente, è necessario riattivare quanto prima le consegne a domicilio. Le aziende dovranno attrezzarsi, predisporre forme di pagamento che evitino contatti pericolosi e gli addetti essere messi in condizione di operare in sicurezza».
Ma c’è chi non è d’accordo. All’interno del gruppo “Brand Partenopei Uniti”, formatosi a marzo in vista della chiusura delle attività, si è svolto un sondaggio su Facebook sul ripristino del delivery subito dopo Pasqua. Hanno prevalso i «no». Contrario anche Ciro Oliva, titolare della pizzeria Concettina ai Tre Santi alla Sanità. «Credo che sia ancora prematuro abbassare la guardia. Il delivery potrebbe facilitare la possibilità di contagio. E poi c’è la questione qualitativa da non trascurare. Meglio aspettare qualche altra settimana».