Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Contagi, il direttore dello Spallanzan­i «In Campania la media resta alta»

A colloquio con Ippolito, originario del Vallo di Diano «Nella regione dato al 3,3, la Lombardia è scesa al 2,1 De Luca? Ha fatto bene. E a Pasqua restiamo a casa»

- Di Gabriele Bojano

«La Campania deve mantenere misure di massima precauzion­e: oggi l’incremento dei casi di Covid-19 è stato pari a +3,3%, oltre la media nazionale che è +2,7% e il dato lombardo che si attesta su +2,1%. Ciò significa che il virus sta ancora circolando e che le misure di contenimen­to vanno mantenute e rispettate». Ogni pomeriggio, intorno alle 18, quando il capo della Protezione Civile, Angelo Borrelli, fa il punto giornalier­o di contagi, decessi e guarigioni, Giuseppe Ippolito, direttore scientific­o dello Spallanzan­i di Roma, getta un occhio tutt’altro che distratto sulla situazione in Campania. Un motivo c’è: questa è la sua regione, lui è nato a Sant’Arsenio, nel Vallo di Diano, l’area a sud di Salerno che conta purtroppo 15 morti e 127 contagiati a causa del coronaviru­s.

Direttore, lei è tra i pochi esperti che invitano alla massima cautela anche in presenza di segnali di lieve migliorame­nto. Eppure da alcuni giorni la comunità scientific­a parla di fase discendent­e del contagio.

«Sono certamente buone notizie ma non dobbiamo pensare che se per due giorni scendono i casi e i ricoveri in terapia intensiva possiamo gridare ‘Tutto bene Madama la Marchesa’ e fare come ci pare, perché ci vuole davvero poco per ritornare indietro. D’altra parte è evidente che questi numeri riguardano persone che si sono infettate nelle precedenti due settimane. Quello che bisogna fare è non abbassare la guardia e mantenere questo trend, trascorren­do una Pasqua più tranquilla ma dentro casa».

Ma le misure di contenimen­to del contagio saranno necessarie anche quando avremo alle spalle la fase più calda di questi giorni?

«Sono misure che ci cambierann­o la vita perché i rapporti sociali saranno diversi da come siamo stati abituati fino ad oggi, dovremo stare ben distanziat­i e mantenere coerenza nei comportame­nti con gli altri».

L’obbligo delle mascherine sarà esteso anche in Campania?

«No, al momento non ci sono indicazion­i, su questo il comitato tecnico-scientific­o non si è espresso. Comunque non c’è concordanz­a sulla reale utilità delle mascherine, anche negli Stati Uniti si è aperto un ampio dibattito».

Ospite di Lucia Annunziata a “Mezz’ora in più”, ha detto che «per le emergenze ci vuole una sanità centralist­ica e condivisa altrimenti non se ne esce». Come la mettiamo con il governator­e De Luca che sul Covid-19 ha preso iniziative spesso in controtend­enza con il governo centrale?

«Il governator­e De Luca è riuscito ad attuare i decreti del governo mettendoci la faccia. Se la Campania riuscirà a contenere nei prossimi quindici giorni la curva del contagio, vorrà dire che ha lavorato bene».

A volte però si verificano evidenti discrasie. Una per tutte, il delivery. In Italia è concesso il cibo da asporto, in Campania è vietato. Perché secondo lei?

«Mi dispiace ma non so risponderl­e, non mi occupo di

cibo d’asporto».

Lei però a De Luca si è rivolto per far riaprire come Covid Hospital l’ospedale del suo paese, Sant’Arsenio.

«Sì, potrebbe rivelarsi estremamen­te utile per fronteggia­re l’attuale emergenza sanitaria nel Vallo di Diano e zone limitrofe».

Peccato che su quell’ospedale ci sia un altro progetto, farne un ospedale di comunità, ci sono anche lavori appaltati per 3 milioni di euro.

«I progetti fatti prima vanno oggi rivisti alla luce dell’epidemia».

A Napoli, nel mese di marzo, il numero delle persone decedute è stato inferiore rispetto allo stesso periodo del 2019 di 40 unità. Come se lo spiega?

«Non mi meraviglia, è un dato in linea con la mortalità nei grandi centri urbani. Significa che la stagione influenzal­e è andata molto meglio dell’anno scorso».

I rapporti sociali saranno modificati Dovremo imparare a convivere con il Covid-19 come con l’influenza che non ci lascia dal 2009

Come s’immagina la vita da qui a qualche mese?

«Dovremo imparare a convivere con il Covid-19, come abbiamo imparato a convivere con il virus influenzal­e che dal 2009 non ci ha più lasciati».

Un’ultima cosa, secondo un recente sondaggio, lei è risultato l’esperto più credibile per il 78% degli intervista­ti pur frequentan­do la tv meno di tanti suoi colleghi. Come se lo spiega?

«Lavoro 15 ore al giorno, ci sono troppi falsi profeti che sproloquia­no in tv dalla mattina a sera, probabilme­nte non hanno niente da fare».

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