Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Contagi, il direttore dello Spallanzani «In Campania la media resta alta»
A colloquio con Ippolito, originario del Vallo di Diano «Nella regione dato al 3,3, la Lombardia è scesa al 2,1 De Luca? Ha fatto bene. E a Pasqua restiamo a casa»
«La Campania deve mantenere misure di massima precauzione: oggi l’incremento dei casi di Covid-19 è stato pari a +3,3%, oltre la media nazionale che è +2,7% e il dato lombardo che si attesta su +2,1%. Ciò significa che il virus sta ancora circolando e che le misure di contenimento vanno mantenute e rispettate». Ogni pomeriggio, intorno alle 18, quando il capo della Protezione Civile, Angelo Borrelli, fa il punto giornaliero di contagi, decessi e guarigioni, Giuseppe Ippolito, direttore scientifico dello Spallanzani di Roma, getta un occhio tutt’altro che distratto sulla situazione in Campania. Un motivo c’è: questa è la sua regione, lui è nato a Sant’Arsenio, nel Vallo di Diano, l’area a sud di Salerno che conta purtroppo 15 morti e 127 contagiati a causa del coronavirus.
Direttore, lei è tra i pochi esperti che invitano alla massima cautela anche in presenza di segnali di lieve miglioramento. Eppure da alcuni giorni la comunità scientifica parla di fase discendente del contagio.
«Sono certamente buone notizie ma non dobbiamo pensare che se per due giorni scendono i casi e i ricoveri in terapia intensiva possiamo gridare ‘Tutto bene Madama la Marchesa’ e fare come ci pare, perché ci vuole davvero poco per ritornare indietro. D’altra parte è evidente che questi numeri riguardano persone che si sono infettate nelle precedenti due settimane. Quello che bisogna fare è non abbassare la guardia e mantenere questo trend, trascorrendo una Pasqua più tranquilla ma dentro casa».
Ma le misure di contenimento del contagio saranno necessarie anche quando avremo alle spalle la fase più calda di questi giorni?
«Sono misure che ci cambieranno la vita perché i rapporti sociali saranno diversi da come siamo stati abituati fino ad oggi, dovremo stare ben distanziati e mantenere coerenza nei comportamenti con gli altri».
L’obbligo delle mascherine sarà esteso anche in Campania?
«No, al momento non ci sono indicazioni, su questo il comitato tecnico-scientifico non si è espresso. Comunque non c’è concordanza sulla reale utilità delle mascherine, anche negli Stati Uniti si è aperto un ampio dibattito».
Ospite di Lucia Annunziata a “Mezz’ora in più”, ha detto che «per le emergenze ci vuole una sanità centralistica e condivisa altrimenti non se ne esce». Come la mettiamo con il governatore De Luca che sul Covid-19 ha preso iniziative spesso in controtendenza con il governo centrale?
«Il governatore De Luca è riuscito ad attuare i decreti del governo mettendoci la faccia. Se la Campania riuscirà a contenere nei prossimi quindici giorni la curva del contagio, vorrà dire che ha lavorato bene».
A volte però si verificano evidenti discrasie. Una per tutte, il delivery. In Italia è concesso il cibo da asporto, in Campania è vietato. Perché secondo lei?
«Mi dispiace ma non so risponderle, non mi occupo di
cibo d’asporto».
Lei però a De Luca si è rivolto per far riaprire come Covid Hospital l’ospedale del suo paese, Sant’Arsenio.
«Sì, potrebbe rivelarsi estremamente utile per fronteggiare l’attuale emergenza sanitaria nel Vallo di Diano e zone limitrofe».
Peccato che su quell’ospedale ci sia un altro progetto, farne un ospedale di comunità, ci sono anche lavori appaltati per 3 milioni di euro.
«I progetti fatti prima vanno oggi rivisti alla luce dell’epidemia».
A Napoli, nel mese di marzo, il numero delle persone decedute è stato inferiore rispetto allo stesso periodo del 2019 di 40 unità. Come se lo spiega?
«Non mi meraviglia, è un dato in linea con la mortalità nei grandi centri urbani. Significa che la stagione influenzale è andata molto meglio dell’anno scorso».
I rapporti sociali saranno modificati Dovremo imparare a convivere con il Covid-19 come con l’influenza che non ci lascia dal 2009
Come s’immagina la vita da qui a qualche mese?
«Dovremo imparare a convivere con il Covid-19, come abbiamo imparato a convivere con il virus influenzale che dal 2009 non ci ha più lasciati».
Un’ultima cosa, secondo un recente sondaggio, lei è risultato l’esperto più credibile per il 78% degli intervistati pur frequentando la tv meno di tanti suoi colleghi. Come se lo spiega?
«Lavoro 15 ore al giorno, ci sono troppi falsi profeti che sproloquiano in tv dalla mattina a sera, probabilmente non hanno niente da fare».