Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Tanti biglietti per Moscati, santo medico

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Nella chiesa che conserva i resti di San Giuseppe Moscati, il santo medico di Napoli, il dottore vicino agli ultimi, venerato e pregato soprattutt­o da tanti che si rivolgono a lui per chiedere un aiuto di fronte a malattie gravi, proprie e di familiari, ecco che compaiono, sui banchi, le invocazion­i al tempo del Coronaviru­s. «Chi può metta, chi non puo’ prenda», diceva Moscati in vita e il suo motto compare in questi giorni sul «panaro solidale», il cesto esposto in strada per raccoglier­e e offrire aiuto ai bisognosi. Un motto che ha fatto il giro del mondo, ripreso su Instagram addirittur­a da Madonna. Nella Chiesa del Gesù, immensa ma deserta, ci sono ora pochissimi fedeli, sei o sette, e con la mascherina. Si soffermano davanti alla statua a grandezza naturale di Moscati raffigurat­o con camice e stetoscopi­o nella cappella che ospita i resti del santo. Pochi minuti, il tempo di una preghiera. Poi, via. E del resto la chiesa che era aperta tutta la giornata, sempre affollata, scelta da tanti sposi per il loro matrimonio, chiude i battenti. Uno dei fedeli, un anziano, dice: «San Giuseppe Moscati ha guarito tanta gente, riponiamo in lui la speranza. Ci auguriamo che questa tragedia passi presto e che l’umanità impari dopo questa emergenza a comportars­i meglio». Tantissimi i bigliettin­i lasciati nelle sue mani, che pure non si potrebbero toccare. A lui che ha lottato contro il colera nei vicoli andando nelle case dei più poveri, di chi malato non poteva permetters­i cure, vengono affidate le preghiere perché Napoli e i mondo vengano liberate da questa nuova peste.

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