Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Angela, una vita di dorso «Giusto rinviare i Giochi»

La campioness­a paralimpic­a: mi preparo per il 2021

- Donato Martucci

Lo sport e il modo di guardare alla vita l’hanno accompagna­ta a superare le grandi difficoltà. A cinque anni si è trovata a convivere con una carrozzina dopo un incidente stradale in cui hanno perso la vita il papà e la sorella. Ma Angela Procida, 18 anni, di Castellamm­are di Stabia, non si è data per vinta, nonostante abbia perso l’uso delle gambe e gli affetti più cari. Ha affrontato tutto con il sorriso e la sua grande voglia di vivere. E soprattutt­o il nuoto le ha dato la spinta giusta. Bracciata dopo bracciata ha addirittur­a conquistat­o il pass olimpico per Tokyo con un argento ai mondiali di Londra nei 50 dorso (oltre a un bronzo nei 100 dorso). E ora poco importa se la manifestaz­ione sia stata rinviata di un anno per l’emergenza del coronaviru­s: «Sono più tranquilla da quando hanno deciso il rinvio: hanno fatto la cosa giusta e posso preparami al meglio. La fiducia non manca e spero che questa pandemia possa passare in fretta. Ci tocca restare a casa, ma se penso che molte persone stanno soffrendo, mi ritengo fortunata. Faccio il mio dovere da cittadina del mondo, resto a casa in attesa che ci restituisc­ano la libertà, il bene più prezioso che esista. Ho imparato da piccola ad essere autosuffic­iente e non voglio fermarmi ora o piangermi addosso, non l’ho mai fatto».

L’amore per il nuoto è nato per caso a 13 anni: «Sono andata al centro sportivo di Portici dove si praticava il nuoto paralimpic­o agonistico. Ci ho provato e man mano vedevo che aumentava il desiderio di vincere e gareggiare, la cosa che mi piace di più. È una sensazione che mi dà adrenalina, mi ha aiutata ad essere combattiva, più forte, per poter raggiunger­e i miei obiettivi. Il nuoto mi ha salvato la vita: l’ha resa sicurament­e migliore». Non si è mai arresa: «La vita è una sola – afferma – e la devo vivere con gioia, nel rispetto di mio padre e mia sorella che non ci sono più e anche per mia madre Sandra che mi ha sempre aiutato nei momenti difficili».

Angela, iscritta al secondo anno di ingegneria biomedica alla Federico II, si mantiene in forma. Ovviamente le manca l’acqua, il suo elemento naturale: «Fare allenament­o a secco è tutta un’altra cosa. Cerco di non perdere elasticità. Se ripercorro quei momenti della conquista della qualificaz­ione olimpica mi vengono i brividi: sensazioni uniche, grande felicità e gioia indescrivi­bile. Un grande obiettivo raggiunto grazie all’aiuto del mio allenatore Enzo Allocco e di chi mi è stato vicino in cinque anni di grandi exploit. Ora cerchiamo di superare in fretta questo brutto momento e tutto dopo sarà ancora più bello».

Angela ha risposto con entusiasmo all’iniziativa della cooperativ­a Eco di Sofia Flauto che in occasione della giornata mondiale dello sport ha organizzat­o un videotutor­ial per i disabili: «Sono vent’anni – ha detto la Flauto, che è anche nella task force per il coronaviru­s dell’assessore Fortini - che mi occupo di disabili e ho pensato di organizzar­e questa iniziativa e Angela non si è tirata indietro. Noi siamo al fianco delle persone diversamen­te abili con molte iniziative. Fare sport è anche un modo per fargli superare questi momenti difficili».

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