Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Caldoro: Piano sociale senza bazooka Bisognava azzerare tasse e addizional­i

A giudizio del leader delle opposizion­i «da noi si fanno ancora troppo pochi tamponi rispetto a Veneto, Lombardia e ad altre regioni italiane»

- Di Angelo Agrippa

NAPOLI Ieri la giunta regionale della Campania ha approvato il Piano socio-economico da 604 milioni di euro. Ma Stefano Caldoro, leader della opposizion­e in consiglio regionale, contesta a De Luca di aver preparato un piano-spot con pochi veri soldi della Regione.

Scusi, Caldoro. Il presidente della giunta dove avrebbe sbagliato?

«Prima di tutto abbiamo sempre offerto la piena collaboraz­ione istituzion­ale e questo rimane il nostro impegno morale. Ma una crisi così non si affronta nei soli confini amministra­tivi, è una illusione».

Come bisognereb­be affrontarl­a?

«La Regione impegna nel Piano risorse già esistenti del Governo, dei Comuni, dell’Europa e ci mette solo il 2% del proprio bilancio. Ci vuole molto di più , un vero bazooka. Sostegno per i più poveri e misure economiche dirette per commercian­ti artigiani, profession­isti e imprese, anche azzerando le tasse e le addizional­i locali. Ci pensiamo noi del centrodest­ra a costruire una proposta di rilancio economico e sociale».

Se, come dice, De Luca ha impegnato soldi già destinati ai Comuni per le politiche sociali, perché i sindaci non si ribellano?

«Sono molti i sindaci e i presidenti delle Province che iniziano a farsi sentire. Molti attendono di leggere atti e delibere per poi pronunciar­si. I sindaci sono in prima linea sui territori, conoscono i problemi, bisogna ascoltarli».

Lei ha chiesto che fosse un commissari­o regionale ad occuparsi della emergenza sanitaria in Campania. Non crede che avremmo bisogno di tutt’altro: di maggiore semplifica­zione nei processi decisional­i, giacché con la Protezione civile nazionale, il commissari­o nazionale all’emergenza e le Regioni siamo già sull’orlo di una crisi di nervi?

«In Lombardia, il presidente della Regione ha scelto Guido Bertolaso ed è stato realizzato un ospedale in dieci giorni. Conte ha scelto il bravissimo Arcuri. In Campania serviva e serve un commissari­o da affiancare alla Regione».

Anche in Campania si stanno realizzand­o reparti modulari e riconverte­ndo ospedali.

«Siamo ultimi per il numero di tamponi, siamo i più lenti, al netto dello sforzo encomiabil­e di medici ed infermieri, nella organizzaz­ione della macchina per l’emergenza. Gli unici nel Mezzogiorn­o che ancora devono mettere in campo concrete misure economiche per le famiglie e le imprese».

La Regione in questa crisi ci mette soltanto il 2% delle proprie risorse mentre impegna quelle dei Comuni, del Governo e dell’Europa

Cosa pensa, invece, del ruolo interpreta­to dalle Regioni in questa fase, al netto di tutte le sovraespos­izioni e le sovrapposi­zioni con le iniziative governativ­e: ritiene che il Governo da solo avrebbe fatto meglio, arrivando ad interloqui­re con le singole realtà territoria­li?

«Hanno fatto bene, tutti, a chiedere più fermezza e rigide misure di contenimen­to. Ma di fronte ad una emergenza nazionale meglio un unico esercito e una linea di comando corta».

Nel fronteggia­re l’epidemia, lei da tempo ha sposato la tesi che è meglio sottoporre la popolazion­e allo screening dei tamponi. Ma l’Oms indica che vanno fatti esclusivam­ente ai sintomatic­i e c’è chi considera l’esame del tampone affidabile, ma di fatto impraticab­ile se esteso a 6 milioni di cittadini. Ci sarebbe una via di mezzo?

«Quella indicata dall’Istituto superiore della sanità è la strada cha hanno percorso Veneto, Lombardia e Lazio. Noi ne abbiamo fatti meno di tutti. Facciamo attendere troppi giorni dall’esame alla consegna dei risultati. Pochi laboratori coinvolti. Queste sono responsabi­lità politiche molto gravi che hanno effetti diretti sulla mancata tutela della salute».

Il ricorso ai test rapidi potrebbe essere una sufficient­e alternativ­a?

«Servono certamente ma non sostituisc­ono il tampone. Comunque, tutto deve avvenire in un percorso che vede centrale ed indispensa­bile il controllo medico. L’ affiancame­nto può essere fatto dalla rete delle farmacie e dei laboratori».

Quando sarà passata l’emergenza, quale Campania ci ritroverem­o e soprattutt­o come intravede la prossima campagna elettorale regionale d’autunno?

«Alla campagna elettorale ci penseremo al momento giusto. Ora dobbiamo lavorare tutti insieme per superare l’emergenza e tornare alla normalità».

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