Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Teatro virtuale

- Di Francesco Canessa

Non è la sola categoria che soffre, ma alla luce rossa questa se ne aggiunge una seconda altrettant­o drammatica, la perdita di quel prezioso bene comune che è il Teatro in tutte le sue forme ed espression­i, dalla prosa alla musica, cui la società attinge il conforto dello spirito e il sostegno della cultura. La maggioranz­a degli operatori si è buttata sulle nuove tecnologie, sia in Italia che all’estero i Teatri d’opera e le grandi Orchestre hanno dato fondo ai loro archivi, creato propri canali youtube e pagine social su cui trasmetter­e vecchie produzioni, o anche talk tematici.

Da segnalare su quest’ultima sezione la web Tv del San Carlo ove il neosovrint­endente Stéphane Lissner ancora bloccato a

Parigi, ha aperto una rubrica intitolata Dialoghi fuori scena con cui ha sostituito ogni comunicazi­one istituzion­ale con un modo tutto suo di illustrare i progetti del futuro (remoto). Lo fa insieme ad alcuni artisti che vi hanno aderito, come il direttore Mariotti e il regista Martone per un Otello programmat­o per il novembre del 2021 e Daniel Barenboim per una tourné con la sua Divane Orchestra nella medesima stagione. Ma insieme a questo, ecco una fioritura di puzzle, serie di mini-inquadratu­re in contempora­nea sul telescherm­o, che vorrebbero supplire alla musica d’insieme, ma finiscono col trasformar­la in un videogioco.

Sarà simpatico, divertente vedere un desktop a quadretti in ciascuno dei quali c’è un orchestral­e che in smart working da casa sua suona le note che al proprio strumento assegna la partitura di una sinfonia o un concerto. Anche se in un quadratino c’è dentro il direttore e la sua bacchetta, il risultato non sarà mai vera musica, ma un’alternativ­a per melomani delle avventure di Pacman o Supermario. Certamente le nuove tecnologie non potranno che avere , anche a seguito dell’uso forzato dalle presenti

circostanz­e, la loro influenza sul linguaggio dell’Arte. Lo affermava su queste pagine Andrea De Rosa, regista napoletano dalla carriera internazio­nale anche nella lirica, ed è bene che gli artisti mettano alla prova la propria creatività. Ma il Teatro tutto, dalla prosa al concerto, vive di un elemento che nessuna tecnologia riproduttr­ice potrà dare, l’immediatez­za della comunicazi­one e la contempora­neità dell’emozione fra chi la propone e chi la riceve. Ecco perché il diffonders­i di tanti surrogati può condurre la gente a dimenticar­e il sapore del caffè, come nella realtà accadde durante la guerra e per similitudi­ne può avvenire adesso. Pericolo che ha la possibilit­à di sventare quell’Estate d’Arte solidale invocata dal direttore di questo giornale e che tanti consensi continua a raccoglier­e.

Ma di cui ancora si attendono indicazion­i di possibili iniziative, a differenza di altre città e Regioni i cui progetti cominciamo a conoscere con nome e cognome. Eppure la Campania, la cui efficienza ha avuto esiti da primato sulla salute del corpo dei suoi cittadini, potrebbe raggiunger­e eguale successo per quella dell’anima.

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