Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Teatro virtuale
Non è la sola categoria che soffre, ma alla luce rossa questa se ne aggiunge una seconda altrettanto drammatica, la perdita di quel prezioso bene comune che è il Teatro in tutte le sue forme ed espressioni, dalla prosa alla musica, cui la società attinge il conforto dello spirito e il sostegno della cultura. La maggioranza degli operatori si è buttata sulle nuove tecnologie, sia in Italia che all’estero i Teatri d’opera e le grandi Orchestre hanno dato fondo ai loro archivi, creato propri canali youtube e pagine social su cui trasmettere vecchie produzioni, o anche talk tematici.
Da segnalare su quest’ultima sezione la web Tv del San Carlo ove il neosovrintendente Stéphane Lissner ancora bloccato a
Parigi, ha aperto una rubrica intitolata Dialoghi fuori scena con cui ha sostituito ogni comunicazione istituzionale con un modo tutto suo di illustrare i progetti del futuro (remoto). Lo fa insieme ad alcuni artisti che vi hanno aderito, come il direttore Mariotti e il regista Martone per un Otello programmato per il novembre del 2021 e Daniel Barenboim per una tourné con la sua Divane Orchestra nella medesima stagione. Ma insieme a questo, ecco una fioritura di puzzle, serie di mini-inquadrature in contemporanea sul teleschermo, che vorrebbero supplire alla musica d’insieme, ma finiscono col trasformarla in un videogioco.
Sarà simpatico, divertente vedere un desktop a quadretti in ciascuno dei quali c’è un orchestrale che in smart working da casa sua suona le note che al proprio strumento assegna la partitura di una sinfonia o un concerto. Anche se in un quadratino c’è dentro il direttore e la sua bacchetta, il risultato non sarà mai vera musica, ma un’alternativa per melomani delle avventure di Pacman o Supermario. Certamente le nuove tecnologie non potranno che avere , anche a seguito dell’uso forzato dalle presenti
circostanze, la loro influenza sul linguaggio dell’Arte. Lo affermava su queste pagine Andrea De Rosa, regista napoletano dalla carriera internazionale anche nella lirica, ed è bene che gli artisti mettano alla prova la propria creatività. Ma il Teatro tutto, dalla prosa al concerto, vive di un elemento che nessuna tecnologia riproduttrice potrà dare, l’immediatezza della comunicazione e la contemporaneità dell’emozione fra chi la propone e chi la riceve. Ecco perché il diffondersi di tanti surrogati può condurre la gente a dimenticare il sapore del caffè, come nella realtà accadde durante la guerra e per similitudine può avvenire adesso. Pericolo che ha la possibilità di sventare quell’Estate d’Arte solidale invocata dal direttore di questo giornale e che tanti consensi continua a raccogliere.
Ma di cui ancora si attendono indicazioni di possibili iniziative, a differenza di altre città e Regioni i cui progetti cominciamo a conoscere con nome e cognome. Eppure la Campania, la cui efficienza ha avuto esiti da primato sulla salute del corpo dei suoi cittadini, potrebbe raggiungere eguale successo per quella dell’anima.