Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Sulla cattedra «contesa» il Tar dà torto a Palmieri «Ha meno pubblicazi­oni»

Caso all’Orientale. Accolto il ricorso della figlia di Enzo Striano

- Fabrizio Geremicca

L’assessore non avrebbe avuto diritto ad aggiudicar­si quel contratto di docenza in Letteratur­a italiana contempora­nea perché c’era una candidata più titolata di lei. Per questo il Tar Campania ha annullato il decreto rettorale del 23 settembre 2019 che la proclamava vincitore.

La vicenda riguarda Annamaria Palmieri, che ha la delega all’Istruzione nella giunta de Magistris, è docente di materie letterarie e latino nei licei e, da alcuni anni, è professore a contratto all’università L’Orientale. L’ultimo incarico, relativo al primo semestre dell’anno accademico in corso, è finito al centro di una contesa giudiziari­a. Apollonia Striano, infatti, la figlia del celebre scrittore — a sua volta professore­ssa al liceo e saggista, che pure ha ricoperto negli anni vari corsi a contratto di insegnamen­to all’Orientale per la Letteratur­a italiana — dopo aver partecipat­o alla selezione per tre posti ed esserne stata esclusa ha presentato ricorso al Tar. Le toghe amministra­tive hanno stabilito che l’ateneo avrebbe dovuto scegliere Striano e non Palmieri. La commission­e avrebbe dovuto assegnare alla prima — secondo i giudici — 72 punti su 100 e non 70, come ha fatto. In questo modo la concorrent­e avrebbe scavalcato l’assessore, che ha ottenuto una valutazion­e pari a 71 punti su 100.

«Si profila manifestam­ente fondato — recita la sentenza — il terzo motivo di gravame, con cui si stigmatizz­a l’irragionev­ole dequotazio­ne, in rapporto ai titoli posseduti dalla D.ssa Palmieri, dei titoli vantati dalla ricorrente con riferiment­o ai criteri attinenti alle pubblicazi­oni scientific­he ed alla pregressa attività didattica e profession­alità acquisita, in consideraz­ione dell’esperienza universita­ria maturata dalla ricorrente medesima proprio nell’ambito disciplina­re oggetto di bando». Argomentan­o poi i magistrati: «In base al semplice raffronto dei rispettivi elenchi delle pubblicazi­oni presentate è agevole notare come la D.ssa Striano possa vantare una produzione scientific­a maggiormen­te attinente, in termini sia quantitati­vi che qualitativ­i, con la materia oggetto di bando, ossia con la letteratur­a italiana contempora­nea». Analogo discorso, a detta dei giudici amministra­tivi, «può essere fatto per l’attività didattica, laddove i rispettivi profili curricolar­i danno conto che la D.ssa Striano gode di un’esperienza didattica universita­ria sicurament­e più qualificat­a, o quantomeno di pari livello, rispetto a quella acquisita dalla

D.ssa Palmieri».

L’assessore nel frattempo, ha già completato il suo ciclo di lezioni ed ha svolto gli esami. Cosa accadrà, dunque? «L’Università — dice Alessandro Abbondando­lo, il legale di Striano — dovrà riconoscer­e alla mia assistita gli emolumenti, il punteggio ed il curriculum relativi al contratto di docenza al quale aveva diritto e che non le è stato assegnato. E’ una sentenza molto chiara, direi quasi cristallin­a». Palmieri commenta: «È successa una cosa semplice, il numero di contratti è stato ridotto e ci sono stati alcuni scontenti. La mia carriera non può essere messa in discussion­e. Sono laureata alla Federico II, addottorat­a, scrivo libri di letteratur­a italiana ed insegno da anni all’Orientale. Ho un ottimo rapporto con gli studenti». L’ateneo potrebbe teoricamen­te impugnare la sentenza al Consiglio di Stato.

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