Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Giusto intitolare a Masullo un tratto di via Cimarosa
Caro direttore, partirei da una costatazione. Il professore Aldo Masullo, recentemente scomparso all’età di 97 anni, ha rappresentato un autorevole e rispettoso punto di riferimento per moltissime generazioni sul piano politico, culturale e civico. È venuto a mancare in un periodo non certamente facile per l’emergenza sanitaria di Covid-19 ed è per questo che tanti napoletani sono particolarmente dispiaciuti per non aver riservato all’ex senatore il saluto che meritava.
Applaudo personalmente alla proposta del direttore della libreria Iocisto, di intitolare alla figura di Aldo Masullo lo spazio al Vomero sul lato destro della funicolare centrale nella parte alta di via Cimarosa, prima delle scale che portano a via Morghen. Un’area che il professore amava particolarmente e dove molte volte era solito soffermarsi nelle sue lunghe passeggiate pomeridiane per le strade del quartiere collinare.
L’idea è gradita a tanti e — a mio parere — tutti devono saperla alimentare e proporla in vari contesti istituzionali, civici e politici, affinché diventi una proposta sentita da parte dell’intera città.
L’entusiasmo collettivo deve diventare, quindi, quell’elemento aggiuntivo utile, peraltro, a derogare alla norma, che prevede l’intitolazione solo dopo dieci anni dal decesso. In fondo, il professore Masullo manca a moltissimi sia alle persone di cultura, sia anche ai comuni cittadini che incontrava lungo le sue passeggiate, lasciando un segno vitale.
Ed è proprio il peculiare aspetto di viva umanità, di cui in tanti serbano un vivo ricordo, che deve diventare l’elemento in più per individuare e definire, quanto prima, l’iter amministrativo.
Masullo è sempre stata una persona generosa e disponibile nei confronti dell’opinione pubblica. Inoltre, la sua capacità di interagire con chiunque, anche solo per un saluto, deve rappresentare quella volontà diffusa a non disperdere il suo sconfinato patrimonio di conoscenza, di valori civici e morali.
Non si è mai fermato nelle sue sfide professionali. Ha continuato a studiare e ad approfondire sino agli ultimi giorni della sua vita.
Un’ultima considerazione. Il professore aveva una biblioteca personale ricca di testi di ogni genere. Sarebbe un bel gesto che i suoi tre figli pensassero di donarla in parte alla Biblioteca comunale di quartiere Benedetto Croce, dove abitualmente si riuniscono tanti studenti universitari ai quali Masullo era legato e ai quali ha dedicato la sua vita da instancabile educatore.