Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Lorenzo Vitolo, enfant prodige del piano jazz, tra Italia e Olanda
A soli 22 anni il pianista napoletano Lorenzo Vitolo dimostra di essere già una star del jazz-system internazionale. Un enfant prodige, verrebbe da dire ascoltando il suo primo album, «Changin chapes», appena uscito per l’etichetta olandese Challenge Records. Biglietto da visita che evidenzia la vocazione europea di un musicista che si divide fra la sua città e Groningen nei Paesi Bassi, dove ha ricevuto il Leiden Jazz Award e frequentato il «New York Jazz Master» nel Prince Claus Conservatorium, che lo ha portato poi a specializzarsi nella Grande Mela, dopo altre esperienze in Svizzera,
Germania e Sudafrica. Un destino scritto per chi ha iniziato i suoi studi di piano classico a soli 8 anni per poi passare a quelli jazzistici a 11, fino a raggiungere la laurea di secondo livello al Conservatorio di San Pietro a Majella. «Una formazione – spiega Vitolo – legata anche ai corsi fatti nella mia città con Aldo Fedele, Bruno Persico e Francesco Nastro». E infatti nelle sue dita è sempre presente una sapiente miscela fra i due linguaggi della sua formazione, che lo avvicinano alla lezione di maestri come Jarrett, Hancock, Corea, Mehldau e soprattutto Bill Evans, a cui rivolge un omaggio in scaletta con «Blue in
Green», brano manifesto del jazz romantico, che Lorenzo non teme di riadattare a modi più ritmici. Aiutato anche dagli altri due elementi del suo trio senza frontiere: il contrabbassista brasiliano Rafael Abdalla e il batterista greco George Potamianos. Insieme tracciano un percorso coerente ma vario che conferma l’aria «cool» nelle ballad come «Beyond Desire» e «Apart», ravvivandosi poi con «Unusual Muse» e «Vicinity», lasciando a «Next Stop» un sapore più bop. «Anche perché – conclude Lorenzo – negli ultimi tempi mi sto riavvicinando a pianisti della tradizione come Art Tatum, Duke Ellington o Thelonius Monk». Un linguaggio da apprezzare sabato prossimo registrandosi alla piattaforma «Zoom» fra le 16 e le 18 per gli incontri col jazz promossi dalla rivista «Altri suoni».