Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Dal 26 maggio riecco Pompei Prima il Parco poi le domus
Da fine maggio percorsi predefiniti e distanziamento a garanzia dei visitatori ma anche del personale Il direttore Osanna: «Più avanti apriremo le Domus»
NAPOLI Bentornati a Pompei. La città archeologica, il secondo monumento più visitato in Italia, entra con decisione nella fase 2.
Il Parco sarà aperto alle passeggiate anche se le domus, per ora, non saranno ancora visitabili. È stato deciso dopo un confronto avviato con le istituzioni locali — il Comune, il Santuario, e le forze dell’ordine, Polizia e Carabinieri — per coordinare le modalità di riapertura in sicurezza del sito e definire le varie fasi operative.
L’ipotesi è di iniziare con una fase sperimentale di due settimane, dal 26 maggio, che prevederà una passeggiata lungo le strade della città antica, per tornare ad ammirare i luoghi più rappresentativi del Parco, secondo un percorso predefinito e con le necessarie misure di distanziamento previste dal Ministero della Salute, a garanzia sia dei visitatori che dei lavoratori e del personale di vigilanza in servizio.
Una sperimentazione che potrebbe portare in breve ad una seconda fase, con itinerari che contempleranno anche l’accesso a diverse domus, quelle ampie o dotate di ingresso e uscita separate, e con il supporto della tecnologia per organizzare e monitorare i flussi.
L’ingresso privilegiato all’inizio sarà quello di piazza Anfiteatro. Si tratta del più vicino al centro della città moderna, scelto per offrire un segnale di apertura alla comunità pompeiana e fare dell’area archeologica un Parco Urbano fruibile ai cittadini. Successivamente saranno poi diversificati gli accessi e i relativi itinerari di visita.
«Si sta lavorando in piena sinergia con il territorio e con i vari attori coinvolti, affinché i visitatori possano quanto prima, nuovamente accedere al sito — spiega il direttore generale Massimo Osanna —.
La prima fase di apertura sulla quale stiamo ragionando, ci consentirà di valutare la risposta della comunità, che è stata la prima a risentire delle conseguenze della chiusura del sito, in vista poi della fase successiva. Per questo secondo momento, stiamo definendo percorsi di visita sicuri, ma che possano anche trasformare la visita in un momento di approfondimento, con un’offerta innovativa. Saranno, infatti, previsti accessi anche ad ambienti e Domus inediti».
Oltre alle istituzioni locali e ai sindacati, sono state ascoltate le associazioni di categoria turistiche per valutare e recepire le loro richieste e andare incontro alle loro esigenze racconta Osanna, che aggiunge: «Ora è importante ripartire per rimettere in moto la macchina organizzativa e soprattutto lanciare un positivo segnale di ripresa, che interesserà non solo direttamente il sito archeologico ma tutto il comparto turistico cittadino e nazionale».
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L’avvio ci consentirà di valutare la risposta della comunità locale