Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Balneabilità, l’Arpac «retrocede» il lungomare
NAPOLI Due tratti di costa – nella zona orientale ed in quella occidentale della città – non balneabili e, per il resto, via libera ai tuffi. Sempre che, naturalmente, l’emergenza sanitaria da coronavirus non tiri qualche brutto scherzo ai napoletani affamati di mare.
Palazzo San Giacomo ha emanato l’ordinanza sindacale che, recependo i risultati effettuati dal monitoraggio dell’Arpac nell’estate 2019, stabilisce la mappa della balneabilità in città. Suscettibile di aggiornamenti – giusto precisarlo – sulla base dei nuovi prelievi che saranno effettuati dall’Arpac dal 18 maggio. Mappatella Beach ha la patente di balneabilità anche quest’anno. Perde, però, una posizione nella scala delle valutazioni della qualità delle acque, perché passa da eccellente a buono. Dipende dalla circostanza che nell’estate 2019, per un problema alle pompe di sollevamento dei liquami situate in Villa Comunale e destinate a convogliare i reflui a depurazione, per un paio di settimane si registrarono concentrazioni di escherichia coli ed enterococchi intestinali, batteri di origine fecale, oltre il limite previsto dalle norme per la balneazione. Il guasto fu poi risolto ed i parametri batterici tornarono entro limiti tali da garantire la sicurezza della salute dei nuotatori. Eccellente la qualità del mare lungo la costa posillipina, a Nisida ed in via Partenope. Buona lungo il tratto che bagna Piazza Nazario Sauro. Le note dolenti, anche quest’anno, a San Giovanni e Bagnoli. Ad est il mare è negato dall’inquinamento determinato, tra l’altro, dall’afflusso di liquami immessi tramite l’alveo Volla ed altri canali. Che attraversano vari Comuni e ricevono scarichi abusivi fecali. A Bagnoli è irrisolto l’inquinamento da idrocarburi policiclici aromatici. La bonifica dei fondali e la rimozione della colmata non sono stati ancora realizzati. Due avvertenze finali. La prima: mare non inquinato non significa necessariamente pulito. Plastica ed altri rifiuti galleggianti non determinano l’innalzamento delle concentrazioni di batteri, ma possono rendere un bagno tutt’altro che piacevole. La seconda: il mare non è una piscina e la trasparenza delle acque risente anche di fenomeni atmosferici e naturali. Il rimescolio della sabbia che intorbidisce le onde, per esempio,e la prevalenza dei venti. Il grecale, che soffia da terra verso il largo, pulisce. Lo scirocco, quello che ieri ha imperversato in città, intorbidisce le acque e favorisce l’accumulo di sporcizia.