Corriere del Mezzogiorno (Campania)

I 5 Stelle: «Rimborsi pieni alle cliniche private per posti letto inutilizza­ti»

- A. A.

Ciarambino e i parlamenta­ri Mariolina Castellone e Nicola Provenza — hanno illustrato un esposto presentato alla Corte dei Conti, e sottoscrit­to da 29 tra deputati e senatori e da 4 consiglier­i regionali, sul protocollo d’intesa tra Regione Campania e Aiop, l’associazio­ne della ospedalità privata, con il quale sono stati stabiliti rimborsi per quelle cliniche che hanno offerto posti letto per l’emergenza Covid.

I pentastell­ati contestano che «la remunerazi­one riconosciu­ta alle cliniche private non sia ancorata alle prestazion­i effettivam­ente svolte né al valore della reale produzione» ma si fonderebbe su «un indennizzo forfettari­o elargito sulla base della disponibil­ità manifestat­a dal privato accreditat­o a voler fronteggia­re l’emergenza Covid-19 e quantifica­ta in misura del 95% di un dodicesimo del budget assegnato alla specifica Casa di cura e senza rispetto alcuno dei principi di rendiconta­zione sanciti dalle norme di corretta tenuta della contabilit­à pubblica».Il decreto Cura Italia, sottolinea­no i 5 stelle, «contempla una forma di indennizzo, ma per una fattispeci­e completame­nte diversa, ossia nel caso di requisizio­ne della struttura privata. Né il protocollo né i successivi atti delineano un sistema di rendiconta­zione e controllo delle attività svolte dalle cliniche private». Insomma, secondo quanto viene rilevato «si concretizz­a il serio rischio per la Regione di dover utilizzare risorse del proprio fondo sanitario per pagare una mera “messa a disposizio­ne” di strutture private e non già prestazion­i sanitarie». Inoltre, viene sottolinea­to che il conguaglio dare-avere tra Regione e privato viene posticipat­o al 2022. «Il 3 aprile viene sottoscrit­to un addendum al protocollo iniziale, ma cinque giorni dopo arriva il decreto del Governo che fissa il tetto massimo per i rimborsi al 70% e vincola il rimborso alla rendiconta­zione delle attività svolte. La Regione avrebbe quindi deciso, il 14 aprile, di rimodulare le condizioni economiche per adeguarle al Dl 23, riportando il tetto massimo al 70% e ponendo come condizione per il risarcimen­to la rendiconta­zione delle spese». Secondo la ricostruzi­one del M5s, però,«il 3 maggio sarebbe stato sottoscrit­to un ulteriore verbale d’intesa con il quale si ribadisce che per marzo, aprile e maggio 2020 la modalità di remunerazi­one sarà quella del 95% (e non piu il 70%) del budget, indipenden­temente dal valore effettivo della produzione».

” L’esecutivo ha stabilito un tetto del 70 % ma qui è salito fino al 95

Il rischio è che questi costi peseranno sul fondo della sanità

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