Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Il pasticcio Paul McCartney Class action per i rimborsi

- Di Michelange­lo Iossa

NAPOLI «A causa della crisi sanitaria, il concerto di Paul McCartney presso La Défense Arena di Parigi è sfortunata­mente cancellato. Conseguent­emente, i biglietti per lo spettacolo saranno restituiti nello stesso luogo in cui sono stati acquistati, a partire dal 12 maggio 2020»: un messaggio chiaro, puntuale, provenient­e dal sito francese di eventi e spettacoli «Sortir à Paris». E come questa comunicazi­one ce ne sono altre, una per ciascun Paese dell’Unione Europea toccato dal Freshen Up Tour di McCartney. Tra il 23 maggio e il 17 giugno, l’ex-Beatles avrebbe dovuto tenere dieci concerti in altrettant­e città del Vecchio Continente, tra Francia, Belgio, Germania, Spagna, Olanda e Italia. L’unico Paese in cui l’ufficializ­zazione del rimborso dei biglietti dei due concerti previsti nel tour, Napoli e Lucca, non è ancora arrivata. Anzi, la beffa si nasconde dietro l’angolo ed ha un nome: «voucher».

Mimmo D’Alessandro e Adolfo Galli, promoter italiani di Sir Paul hanno comunicato sul sito ufficiale della loro agenzia che «La D’Alessandro e Galli è fortemente dispiaciut­a di comunicare che i due concerti italiani di Paul McCartney previsti per il 10 Giugno in Piazza Plebiscito a Napoli e per il 13 Giugno al Lucca Summer Festival, per disposizio­ne dei prossimi provvedime­nti delle competenti autorità saranno oggetto di cancellazi­one. La situazione di emergenza internazio­nale che si è venuta a creare con la diffusione del Covid19 rende infatti evidente che purtroppo non sarà possibile proseguire l’organizzaz­ione dei due concerti così come era stata pianificat­a».

Secondo quanto dichiarato dall’agenzia, potrà essere previsto – a titolo di rimborso del biglietto – l’eventuale emissione di voucher, come indicato dal decreto governativ­o dello scorso 17 marzo, divenuto legge e, per il rimborso dei soldi, sarà necessario attendere l’annullamen­to dell’evento da parte dell’autorità competente.

L’evento-live del 2020 per la città di Napoli, il concerto che avrebbe dato forma all’Estate partenopea, lo show più atteso del decennio si è progressiv­amente cancellato dalle memorie delle istituzion­i e, contempora­neamente, è diventato un incubo per i fan, terrorizza­ti dalla sostituzio­ne dei biglietti con voucher della durata di 18 mesi per assistere ad altri concerti.

E il Comune che aveva concesso Piazza del Plebiscito per lo storico evento annunciand­olo con enfasi? In una dichiarazi­one al web-magazine NapoliClic­k,

l’assessore alla Cultura e al Turismo del Comune di Napoli Eleonora de Majo ha spiegato che «le autorità competenti a cui fanno riferiment­o gli organizzat­ori sono il governo e il ministero, perché all’interno del nuovo decreto dovrebbero esserci direttive sui rimborsi dei biglietti degli eventi che sono saltati a causa della pandemia». Insomma «ufficialme­nte» nessuna «autorità competente» ha annullato il concerto e quindi niente rimborsi per ora.

Un pasticcio che mette in ansia l’esercito dei Maccafan che è, naturalmen­te, sul piede di guerra: gli iscritti ai principali fan club italiani, Beatlesian­i d’Italia Associati e Pepperland, attendevan­o il ritorno di Sir Paul da setdente te anni e l’occasione di rivederlo a Napoli era davvero ghiotta, visto che il musicista mancava dal capoluogo partenopeo dal 1991. Ad oggi sono circa diciassett­emila i biglietti già venduti in tutto il mondo per il concerto del 10 giugno a Napoli. I fan del musicista inglese hanno speso centinaia di euro; i prezzi dei ticket andavano dai 78 ai 130 euro, sino ai 220 euro, senza calcolare i diritti di prevendita e senza considerar­e i tagliandi Vip, ancora più costosi. Insomma alcune famiglie per uno spettacolo «imperdibil­e» hanno acquistato anche più biglietti spendendo oltre mille euro.

Il sito Change.org ieri ha accolto sulle sue pagine una petizione che verrà inviata al Presidel Consiglio Conte e che, in pochi minuti, ha raggiunto migliaia di firme: «È previsto il rimborso del biglietto, costato molto caro, con un coupon. Riteniamo del tutto ingiusto ciò perché si deve dare la possibilit­à di scegliere fra la restituzio­ne del denaro o il coupon. Fra le migliaia di persone che hanno acquistato il biglietto senz’altro ci sarà chi non potrà partecipar­e al nuovo evento ed in questo caso perderebbe i soldi che ha pagato», hanno spiegato i promotori della petizione nazionale.

E sui canali social dei Beatlefan italiani già si ipotizza una class action. Nella prossima settimana la D’Alessandro & Galli dovrebbe tenere una conferenza stampa in cui sarà fatta maggiore chiarezza sullo scenariori­mborsi.

L’ipotesi di un voucher a titolo di rimborso è ritenuta assurda dai fan perché lederebbe un diritto di quei consumator­i che hanno scelto – spendendo centinaia di euro – una star, un luogo e una data. E quello di McCartney non sarebbe stato un concerto qualunque.

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L’assessore
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«Le autorità competenti a cui fanno riferiment­o gli organizzat­ori sono il governo e il ministero, perché all’interno del nuovo decreto dovrebbero esserci direttive sui rimborsi dei biglietti degli eventi che sono saltati a causa della pandemia».
Eleonora De Majo «Le autorità competenti a cui fanno riferiment­o gli organizzat­ori sono il governo e il ministero, perché all’interno del nuovo decreto dovrebbero esserci direttive sui rimborsi dei biglietti degli eventi che sono saltati a causa della pandemia».
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Champagne Mimmo di Francia, musicista e autore di canzoni di successo

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