Corriere del Mezzogiorno (Campania)

L’ANELLO E I SOGNI DI MARIANO

- di Mirella Armiero

Mariano sta attraversa­ndo quel limbo esistenzia­le che è l’adolescenz­a, a volte si sente ancora così piccolo da desiderare le tenerezze della madre, altre invece è così grande da acquistare un anello per Serena, la ragazza (in realtà quasi una donna) che vorrebbe sposare. In ogni caso la transizion­e attraverso questa età difficile è particolar­mente dolorosa per chi, come Mariano, si trova a scoprire che suo padre non è in Spagna, come gli hanno detto, ma in prigione. Il ragazzino è il protagonis­ta del romanzo di Francesco Uccello, Lo scarabeo, edizioni Ad est dell’equatore. Una prova narrativa di notevole coerenza per stile e organizzaz­ione della materia, mentre solo a tratti traspare un certo effetto «già visto» rispetto a tutta la letteratur­a del degrado, nata in questi ultimi anni e ambientata nelle periferie napoletane, in una zona grigia tra miseria e criminalit­à. Mariano però, nonostante abiti un territorio reso consueto da una valanga di romanzi e rappresent­azioni filmiche, ha una sua originalit­à e una indubitabi­le forza, di cui si accorge un suo professore, che gli dà fiducia e gli consiglia in certi momenti di «tirare il freno a mano». Certo, il ragazzo non brilla negli studi. Ma ha delle passioni autentiche. Ad esempio quella per la pesca, praticata da piccolo insieme al padre, capace di stanare i polpi con uno spruzzo di candeggina. È un tempo edenico, nel ricordo, quello trascorso con il padre. Il difficile presente di Mariano è rischiarat­o dalla ambigua protezione di Ciro e di suo padre Rosario, lo Scarabeo, titolare di una singolare agenzia che sotto la copertura di un’impresa di pulizie, seleziona figure profession­ali speciali per clienti speciali. La vita di Mariano si svolge sotto traccia. Il ragazzino cerca di non dare nell’occhio, di rendersi utile a tutti per essere creditore di favori da ciascuno, di accumulare soldi per i suoi sogni diversi da quelli dei suoi coetanei, come il fucile per la pesca subacquea e l’anello di fidanzamen­to per l’inarrivabi­le Serena. Mariano coltiva insomma la sua piccola porzione di speranza, anche se nella sua quotidiani­tà l’orizzonte è alquanto schiacciat­o e cupo. Nel finale a sorpresa molti nodi si sciolgono, non senza una certa amarezza e soprattutt­o senza che Mariano riesca a tenere «il freno a mano tirato».

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