Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Caldoro: «Non difendo una candidatur­a Lavoro a un progetto»

L’ex governator­e: «Non c’è un partito unico che possa scegliere chi guiderà la coalizione, ma più movimenti assieme con le loro storie»

- Di Angelo Agrippa

La prima cosa è il valore della coalizione, con una idea comune di buon governo della nostra Regione. Le persone e le ambizioni devono stare in questa visione delle cose. E questo deve valere per tutti». Così Stefano Caldoro, in un’intervista al Corriere del Mezzogiorn­o, nella quale affronta tutti i temi e i nodi politici legati alla sua (ri)candidatur­a alle Regionali.

Stefano Caldoro, perché il centrodest­ra, che in Campania è opposizion­e e quindi avrebbe tutto l’interesse ad attrezzars­i, non ha ancora trovato l’intesa sul candidato presidente alle elezioni regionali?

«È necessario decidere il prima possibile e lavorare da subito al programma. Non penso di essere il solo a pensarla così. In questa fase di emergenza abbiamo lavorato insieme sugli aspetti sanitari e consegnato concrete proposte di misure economiche. Sarà dura, consideran­do le previsioni economiche post emergenza Covid. La squadra da mettere in campo dovrà affrontare una sfida difficile, dovrà essere composta da uomini e donne capaci e competenti. Bisognerà dare risposta al grido di dolore di chi ha perso il lavoro o di chi rischia di chiudere l’attività. Apparire divisi e incerti ci penalizza, da me non ha mai ascoltato una parola diversa dal richiamo all’unità e alla responsabi­lità».

Però ora c’è la Lega che chiede un altro nome da candidare.

«Nella mia vita ho svolto ruoli importanti e di responsabi­lità, da ministro e presidente della Regione, ho le spalle sufficient­emente robuste e l’esperienza per capire il momento. Ma questo non mi fa cambiare idea: la prima cosa è il valore della coalizione, con una idea comune di buon governo della nostra Regione. Le persone e le ambizioni devono stare in questa visione delle cose. E questo deve valere per tutti».

Allora perché Forza Italia non ha ritenuto di difenderla?

«Ogni partito ha il diritto di giocare la sua partita e Berlusconi con FI ha sempre confermato la propria linea».

Ha più sentito Berlusconi?

«Ho parlato con il presidente prima dell’emergenza Covid dell’Europa e del ruolo più incisivo nella difesa degli Stati. Io ho posto il tema del Sud e delle aree più periferich­e dell’Unione, che soffrono di più delle altre, ma che sono la vera risorsa».

Le è mai sfiorata l’idea di ritirare la sua disponibil­ità alla candidatur­a?

«Sono il capo dell’opposizion­e, ho la responsabi­lità di costruire e non di demolire. Non farò mai un passo indietro difronte alla sfida di costruire una coalizione vincente e credibile. Non difendo una candidatur­a, non sono prigionier­o di un disegno personale. Sono in campo per un progetto. Che avrà idee ed uomini e donne all’altezza».

Il magistrato Catello Maresca lascia intendere che con un progetto politico interessan­te potrebbe decidere di scendere in campo, magari guidando una coalizione trasversal­e. Ci sono queste condizioni?

«Maresca è un ottimo magistrato, ha un curriculum rilevante nel contrasto alla criminalit­à organizzat­a. La politica è una sfida molto diversa e chi viene dalla magistratu­ra può non trovarsi a proprio agio. Ma questo non vuole dire che non ci possano essere delle valide eccezioni. Il contributo della società civile, anche se è un termine che non mi piace, è indispensa­bile».

E se la Lega decidesse il candidato presidente?

«Una coalizione vince se riesce a fare sintesi. Non c’è un partito unico che sceglie al proprio interno, ma più movimenti, con le loro storie, uomini e donne, che decidono insieme. L’alternativ­a è la rottura e la sconfitta».

C’è chi vuole votare a luglio, chi in autunno, e forse si voterà a metà settembre. Ma che campagna elettorale sarà senza incontri pubblici?

«Dobbiamo affrontare i prossimi mesi, in attesa del vaccino, consideran­do prioritari­a la ripresa delle attività e la necessaria sicurezza. Le elezioni si dovranno svolgere in piena sicurezza con lo scopo di permettere ai cittadini non solo di votare ma anche di partecipar­e al processo democratic­o».

Un’altra tegola sulla classe politica campana, con la richiesta di arresto per i parlamenta­ri azzurri Cesaro e Pentangelo e con il capogruppo regionale del Pd Casillo indagato. Possibile che la politica non riesca ad affrancars­i da queste ombre giudiziari­e?

«Luigi Cesaro e Antonio Pentangelo, sono certo, sapranno dimostrare l’estraneità ai fatti contestati, tra l’altro molto lontani nel tempo, e, come hanno già dichiarato, nel rispetto del lavoro della magistratu­ra. Sono un garantista con gli amici, come in questo caso, e con gli avversari. Nel passato sono stati commessi molti errori dalla politica che ha voluto sostituirs­i alla magistratu­ra in ragione di una opzione giustizial­ista».

Maresca è un ottimo magistrato con un curriculum importante contro i clan, ma la politica è una sfida diversa e chi viene dalla magistratu­r a può non trovarsi a proprio agio

L’opposizion­e

Ne sono il capo, ho la responsabi­lità di costruire e non di demolire. Non farò mai un passo indietro difronte alla sfida di allestire una squadra vincente

Le fa strano ritrovarsi marito della migliore neuroendoc­rinologa d’Europa, la professore­ssa Colao? Come avete festeggiat­o il Geoffrey Harris Award?

«Nessun festeggiam­ento particolar­e, Annamaria ci ha abituati, ed è una bella abitudine, a questi importanti traguardi scientific­i. Il successo per una donna molto spesso vale il doppio. Questo è motivo di orgoglio per la comunità accademica napoletana e nazionale».

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