Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Ma la grandezza del filosofo vive anche senza una «targa»

Primo test sui contagi dopo la riapertura del 4 maggio scorso Ragazzi in giro fra piazza Bellini, via Aniello Falcone e Vomero Le forze dell’ordine blindano la movida, serrando i controlli

- Di Pietro Treccagnol­i

Quando muore un protagonis­ta della cultura, dell’arte, della musica, della vita civile, si scatena il tormentone asfissiant­e del dibattito sull’improrogab­ile necessità di intitolarg­li una strada, una piazza, un vicolo, una calata, una salita, una discesa o dei gradini.

NAPOLI Una movida, in senso molto ampio, ha ieri percorso Napoli come un fremito. E parallelam­ente si sono intensific­ati i controlli, blindandol­a. In questa primavera negata per metà, causa lockdown, tanti hanno deciso di uscire. Un fremito — ma De Luca mercoledì scorso disse «brivido» — che per fortuna non ha attraversa­to il governator­e, alla lettura dei dati sui positivi registrati ieri: 16 (9 solo a Letino). «In questo fine settimana — aveva detto — avremo il risultato degli effetti provocati dalle aperture dello scorso 4 maggio». Gli effetti non sono stati, per fortuna, preoccupan­ti.

Gente per le strade di Napoli, si diceva. A Caserta le persone ferme fuori dai bar hanno spinto la polizia municipale ad intervenir­e per far sgomberare ragazzi di tutte le età, «orfani» di una birra in compagnia e decisi a dare una svolta al sabato.

Insomma, a poche ore dal ritorno a quella che alcuni definiscon­o una «nuova normalità», in tanti sono impegnati nella ricerca di meccanismi vecchi, che ruotano intorno agli happening di strada e alle uscite in compagnia. Le mascherine non sempre ci sono, molto spesso sono abbassate almeno sotto il naso. Una sigaretta, un cocktail, una chiacchier­a: difficile tenerle a posto. Senza considerar­e il gran caldo che rende difficilis­simo portare un bavaglio davanti alla bocca senza soffocare. Anche i più virtuosi hanno sviluppato la consapevol­ezza che si potrà essere ligi ancora per poco, l’estate e la mascherina sono mondi che non si incontrano se non in presenza di un impianto di aria condiziona­ta. Opportunam­ente sanificato.

Ma intanto si sta in strada, anche se i locali sono ancora chiusi. I «valorosi» si portano da bere sul belvedere di via Aniello Falcone, luogo simbolo della movida vomerese, oppure a San Martino. Uno sguardo al panorama, un po’ di erba per chi gradisce fumare, e si tira tardi bevendo e chiacchier­ando. Stessa situazione in piazza Bellini.

A Nisida, ieri, nuova adunata generale di giovanotti e signorine per guardare il tramonto. I ragazzi che frequentav­ano i locali della zona, fra aperitivi e feste-disco, da qualche giorno si ritrovano sul lungomare dell’isolotto attaccato a Bagnoli. Si chiacchier­a sul muretto, si beve quel che ci si è portato da casa o che si è acquistato in qualche supermerca­to o al bar. Anche qui si tira tardi e gli assembrame­nti sono costanti e garantiti. A paragone di questa folla di adolescent­i-adulti, i piccoli capannelli che ieri sera e nelle sere precedenti c’erano a Chiaia sono state piccola cosa, eccenzion fatta per la gran folla davanti alle hamburgher­ie. Poi, qualche gruppo di ragazzi davanti a un bar che ha aperto da pochi giorni a vicoletto Belledonne — con sgabelli in strada — e che vende birre. A pochi passi i locali che lavorano per il momento con l’asporto. Dunque, un intreccio di cibo e alcol — in una dimensione ridotta rispetto alle grandi masse che attraversa­no generalmen­te le notti di Chiaia nei fine settimana — che si ripete.

Gli adulti, le famiglie e i ragazzi meno «di tendenza» vivono un’altra movida. Dal belvedere di Coroglio o lungo gli chalet di Mergellina con i truck che vendono panini con la porchetta a portata di mano e sul Lungomare. É qui che si celebra il rito della passeggiat­a. I parcheggia­tori abusivi in zona sono tornati a fare affari d’oro perché da ogni angolo di Napoli si raggiunge la passeggiat­a a mare per prendere aria. Mascherine anche qui solo come simbolo — molte sono tenute distrattam­ente abbassate — agenti di polizia municipale che rincorrono gruppo di facinorosi imponendo il distanziam­ento e non sempre raggiungen­do lo scopo e poi monopattin­i e biciclette di tutti i formati, oltre a passeggini grandi come un «tre ruote» Ape . C’è quasi anche il traffico del sabato sera, le file ai semafori e una vivacissim­a circolazio­ne. A Napoli qualcosa da fare, anche nella Fase 2, la si trova sempre. Movida e ingorghi compresi.

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In basso a sinistra ragazzi a Caserta; a lato la rotonda della Colonna spezzata piena di giovani; in alto, da sinistra, San Martino e piazza Bellini
Troppo vicini In basso a sinistra ragazzi a Caserta; a lato la rotonda della Colonna spezzata piena di giovani; in alto, da sinistra, San Martino e piazza Bellini
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