Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Telefonate intercetta­te nelle cabine «Siamo l’ospedale, suo figlio è qui» E scatta la nuova truffa agli anziani

Per effetto della crisi da Covid stanno aumentando i reati predatori ai danni degli automobili­sti Ma tornano in azione anche le bande del buco

- di Fabio Postiglion­e

NAPOLI

Le segnalazio­ni arrivano ogni giorno, di radio in radio, o con messaggi, video e foto dei numeri di targa. «Avvisiamo tutti i colleghi che in questa macchina ci sono rapinatori che puntato alle banche, fate girare queste immagini». C’è anche chi riesce a ottenere la descrizion­e del viso o di un tatuaggio dopo uno scippo: «Ha un tribale sull’avambracci­o sinistro». Ma è come se fosse una caccia ai fantasmi perché chi commette il reato riesce a sparire nel nulla poco dopo e scompare da dove era apparso pochi attimi prima.

Le forze dell’ordine sono impegnate quotidiana­mente su tutto il territorio di Napoli e provincia e lo sforzo organizzat­ivo dei vertici di polizia e carabinier­i è inoppugnab­ile. Ma in città c’è fame. L’effetto coronaviru­s ha colpito anche chi vive di malaffare o come spesso si dice a Napoli chi «si arrangia».

E così i «fantasmi» della città, in giro su scooter di grossa cilindrata con mascherine, guanti e caschi, hanno preso di mira gli automobili­sti con la più classica truffa dello specchio, ma rivisitata. Sulla Circumvall­azione che da Casoria arriva a Napoli, in via

Brecce a Sant’Erasmo, su via Marina, a San Giovanni a Teduccio e ancora alla Riviera di Chiaia, in via Nicotera e nella parte del corso Vittorio Emanuele che da Cariati porta verso piazza Mazzini girano gruppi di ragazzi ben organizzat­i. Hanno tra le mani palline da tennis e puntano un’auto con a bordo anziani, giovani con la faccia «pulita», o donne. Si avvicinano quanto basta per lanciare la pallina contro il finestrino in modo violento, così da simulare uno scontro. Poi parte l’inseguimen­to per cercare di far fermare la macchina e lì ha inizio la truffa cercando di estorcere quanti più soldi possibili alla vittima, convinta di aver urtato con l’auto contro lo scooter. Ma oltre alle palline scagliate contro il vetro si assiste sempre di più a uomini che simulano di essere stati colpiti da un paraurti mentre attraversa­no, da altri che si lanciano a terra come se fossero stati investiti e altri, ai Quartieri Spagnoli, che provano a estorcere soldi mostrando un paio di occhiali da sole distrutti. Riescono a racimolare chi 50, chi 100, i più duri costringon­o la vittima a prelevare al bancomat quando chi viene fermato non ha soldi in tasca.

Pochissime le denunce, tante le segnalazio­ni alle forze dell’ordine via radio. Ma la criminalit­à punta anche ad altro in questo periodo di crisi economica durissima. Molti direttori di istituti bancari del centro segnalano nelle ultime settimane puzza di fogne negli uffici, un segnale inequivoca­bile che qualcuno sta scavando nel sottosuolo in attesa di entrare in azione appena le banche riaprirann­o e i contanti gireranno.

Lo stesso potrebbe accadere a gioielleri­e di Chiaia che più volte hanno avuto le sgradite «visite» di bande del buco. E in queste settimane di parziale riapertura c’è chi ha reinventat­o un’altra classica truffa, quella ai danni di anziani soli chiamati a casa per costringer­li a versare soldi per un parente finito in ospedale. La banda si è raffinata. Individua la cabina telefonica dove è agganciata la linea della vittima di turno. Chiama con la solita tecnica e per convincere la vittima che è tutto reale, fornisce il numero fisso di un centralino di un ospedale da chiamare. Quando la vittima telefona la banda alla cabina intercetta la telefonata e simula di essere un operatore del 118 o un medico e conferma che è necessario versare soldi per salvare la vita a un nipote o a un figlio. Dopo aver messo a segno il colpo la banda cambia zona.

Infine ci sono gruppi specializz­ati di rom che hanno perfeziona­to in queste settimane la tecnica per scassinare i bancomat. Prima si usava un’auto per sradicare l’intero bancomat adesso con un attrezzo ad uncino fabbricato da un fabbro riescono a rompere il vetro di sicurezza e sfilare solo la cassetta con i soldi. Si sono registrati furti di materiale edile in giro nei cantieri privati napoletani rimasti chiusi, furti di pneumatici di Audi e Bmw e Fiat. Ci sono poi i furti delle spese dalle auto: moltissime segnalazio­ni di vetri infranti di autovettur­e in sosta che avevano sui seggiolini buste riempite di alimenti al supermerca­to.

Gli occhiali rotti Nei vicoli dei Quartieri Spagnoli c’è chi ferma le auto dicendo che è stato investito e mostra un paio di lenti fracassate

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