Corriere del Mezzogiorno (Campania)
«Cinquecento voti a Cesaro jr» Così Greco pagò il «debito»
NAPOLI Adolfo Greco, l’imprenditore che da venerdì è ai domiciliari nell’ambito dell’inchiesta sulla maxi speculazione nell’area ex Cirio di Castellammare, alle regionali del 2015 appoggiò Armando Cesaro, procurandogli almeno 500 voti: Armando è uno dei figli di Luigi, ex presidente della Provincia e oggi senatore di Forza Italia per il quale la Procura di Torre Annunziata ha chiesto l’arresto con l’accusa di corruzione. La vicenda emerge dall’ordinanza di custodia cautelare del gip Mariaconcetta Criscuolo.
L’aiuto nelle urne L’appoggio elettorale, come il regalo di 10.000 euro al senatore, lo sconto sull’affitto della sede di Forza Italia in piazza Borsa e il Rolex al deputato Antonio Pentangelo, per il quale è pure è stato chiesto l’arresto, sono, secondo l’ipotesi accusatoria, il prezzo pagato ai due politici di Forza Italia per la nomina del commissario ad acta che sbloccò il permesso di costruire nell’ex area industriale.
La telefonata
Il 23 aprile del 2015 Antonio Pentangelo chiama Armando Cesaro per dargli la buona notizia. Va chiarito che l’esponente di Forza Italia, attuale consigliere regionale, figlio di Luigi non è indagato, ma l’intercettazione fornisce un quadro interessante dei rapporti tra l’imprenditore stabiese Greco e il mondo della politica. «Presidente!». «Io ti chiamo mai per farti le cose trionfali? No, io agisco nell’ombra, ti do una mano e non parlo». «Ah». «Questa sera ti ho fatto un pezzo, un pezzo...».
Armando: Antonio: Armando: Antonio:
«Hai fatto?». «Un pezzo! Almeno, almeno, io ti dico che sto parlando per difetto, 500 voti».
Armando: Antonio:
Armando:
«Dove?».
«No, una persona, un imprenditore. Adesso mi ha detto: quando vuoi venire a Castellammare io ti organizzo una cosa, va bene?».
«Va bene, va
Antonio:
Armando:
bene».
«Poi parliamo insieme, dove stai?».
«Adesso sono tornato a casa, sono stato ad Arcore oggi».
La cordata
Per sostenere Armando Cesaro la famiglia Greco si era mobilitata, coinvolgendo una settantina di imprenditori della zona stabiese coinvolti in qualche modo nell’affare dell’area ex Cirio. Ne parla anche Luigi Greco, figlio di Adolfo, con un amico.
Antonio:
Armando:
«Tutti, è normale! L’abbiamo fatta insieme l’operazione e quindi devono votare a Cesaro. Perché io sono una persona... Se prendo
Luigi:
un impegno lo devo mantenere. Ma tu hai capito che hanno avuto quelli?».
«Certo».
«Ma ti rendi conto? Tenevano una baracca, è diventata oro adesso».
«Bravo, bravo». «E a chi dovrebbero votare questi? (ride) Ma quando l’hanno avuta una cosa del genere senza cacciare una lira, me lo spieghi?». La manifestazione
Il 27 maggio del 2015, al Supercinema di Castellammare, si svolge una manifestazione elettorale del centro destra. Adolfo Greco, ovviamente, è in prima fila e mentre è in auto spiega la situazione a un amico.
«Il figlio si è candidato, il figlio è uno che prenderà... quasi tra i primi eletti».
Amico: Luigi:
Amico: Luigi:
Adolfo: Amico: Adolfo:
«Assai voti?». «Ma quello li tiene.
Appoggio L’esponente azzurro sarebbe stato sostenuto dal faccendiere stabiese
”
Il figlio si è candidato, il figlio è uno che prenderà quasi...tra i primi eletti
A me proprio negli ultimi... mo si è messo...». «A disposizione?». «Proprio di tutte cose, contro gli altri, lo ha voluto, lo ha imposto a Caldoro, ha dimostrato cose... Mi ha fatto a me qua fare una figura importantissima. Al di là del fatto, del valore, proprio, ma anche proprio nei confronti di tutti, perché lo abbiamo detto e dopo una settimana quello che avevamo detto si è verificato». Martusciello precisa Intanto Fulvio Martusciello precisa che nel luglio del 2014, quando la vicenda della speculazione si sblocca grazie a una norma approvata in Regione ponendo la fiducia, era già europarlamentare. Da numerose intercettazioni emerge che invece proprio a lui Adolfo Greco attribuisce il merito dell’operazione.
Amico: Adolfo: