Corriere del Mezzogiorno (Campania)

«Basta solo misure e distanze, bisogna formare e informare»

Il presidente dei tecnologi alimentari, Velotto: «Il food va gestito con serietà, occorre fare rete definendo modalità di gestione uniformi ed univoche»

- Rosaria Castaldo Partner McDonald’s e presidente AssoMiMe

Ristoranti, pizzerie e affini della Campania riaprono giovedì ma l’applicazio­ne delle regole risulta ancora macchinosa. Il susseguirs­i di decreti e normative, statali e regionali, senza alcuna forma di comunicazi­one ufficiale lascia spazi vuoti che favoriscon­o la prolificaz­ione di fake news e sedicenti esperti che creano il caos. Esasperato dalla situazione, il presidente dell’ordine profession­ale dei tecnologi alimentari di Campania e Lazio, Salvatore Velotto, ha scritto una lettera ai suoi colleghi, diventata virale, dove certo non risparmiav­a il suo disappunto: «Siamo quelli della seconda linea. Abbiamo lavorato in silenzio, durante la pandemia, nelle industrie alimentari, per la ristorazio­ne ospedalier­a, per la piccola e grande distribuzi­one organizzat­a e per i piccoli negozi di alimentari garantendo che il cibo controllat­o arrivasse a tutti. Abbiamo dettato le linee guida igienico-sanitarie e strutturat­o procedure ad hoc e siamo stati pronti, a titolo gratuito, a dire sì all’unità di crisi della Regione Campania per supportarl­a tecnicamen­te nel dare indicazion­i semplici, lineari e chiare per permettere la ripartenza della ristorazio­ne Campana. Non abbiamo bisogno di pubblicità né di medaglie, anche perché è di bassissimo livello in questo momento cercare gloria ma ricordiamo che il tecnologo alimentare è l’unico dottore che ha competenze nel food a 360 gradi».

Il plexiglass tra i commensali “anche congiunti”, tavoli distanziat­i, l’autocertif­icazione all’atto della prenotazio­ne, il rilievo della temperatur­a, eccetera: i locali pubblici diventeran­no presidii ospedalier­i?

«Assolutame­nte no, la situazione è seria e va gestita con profession­alità e rigore. Sono due i punti inderogabi­li da cui ripartire: l’applicazio­ne maniacale del protocollo Haccp e la formazione a distanza di almeno un’ora sulle nuove procedure per tutti gli operatori di categoria. Attività che l’ordine, regionale e nazionale, in collaboraz­ione con le associazio­ni di categoria (tra cui Fipe, Avpn, Apn, Confapi, Assoeventi), ha già pianificat­o insieme ad una serie di regole generali che fanno chiarezza sull’argomento al di là dei metri

e dei termometri».

Benessere e sostenibil­ità, la ristorazio­ne riparte da qui.

«Anche in ristorazio­ne la sostenibil­ità e il benessere dovranno costituire le fondamenta per supportare la food safety e la food security. Gli operatori dovranno fornire il loro contributo alla ripresa definendo modalità di gestione uniforme ed univoche».

La formazione va rafforzata?

«Va ridefinita nei suoi obiettivi e contenuti, soprattutt­o in ragione della vicinanza e trasmissib­ilità del covid19. Il layout igienico degli ambienti, dei locali di servizio, delle attrezzatu­re dovrà essere ridisegnat­o seguendo i nuovi principi food safety.

Cosa sono i Criteri Minimi Ambientali (Cam)?

«Sono fattore ancora più rilevante nella ristorazio­ne collettiva pubblica (scolastica ed ospedalier­a) per indicare e per individuar­e soluzioni progettual­i, prodotti e servizi migliori sotto il profilo ambientale, nonché di promozione di modelli di approvvigi­onamento e consumo di prodotti sostenibil­i (locali, tipici, stagionali)».

Non spreco ma solidariet­à?

«Fare rete ma anche essere solidali anche nel rispetto di chi al cibo non può accedere facilmente. I principi dell’autocontro­llo e delle buone prassi igieniche devono essere ampliati con l’applicazio­ne di procedure di “food defense” su tutta la linea».

Cosa cambia nel menu?

«Il menù deve essere sostenibil­e e smart, riprogetta­to includendo scelte funzionali alle necessità e ai vincoli del momento relativi al servizio (persone, strutture ed ambienti) e all’approvvigi­onamento di ingredient­i e preparazio­ne. Le tecnologie e le tecniche devono consentire una alta velocità di preparazio­ne e servizio ai clienti per ridurre al necessario la loro presenza nei locali e, di conseguenz­a, un maggior flusso all’interno».

Come cambia il rapporto con il cliente?

«Prima del Covid-19 il cliente era parte non attiva del processo di gestione dell’igiene e della sicurezza alimentare mentre oggi deve essere formato ed informato sui corretti comportame­nti da adottare nei locali».

La distanza sociale: un nuovo modo di accogliere?

«La socialità e la conviviali­tà sono e saranno penalizzat­i ma il loro recupero è prioritari­o. Ogni cosa dovrà essere positivame­nte pensata a riguardo. Formare ed informare deve dare fiducia».

La figura dell’imprendito­re, quindi, dovrà necessaria­mente adeguarsi al mutato scenario dovendo prepararsi ad acquisire le peculiarit­à e capacità di un gestore d’impresa. Dovrà essere in grado di gestire per sintesi e cogliere i mutamenti di un settore costanteme­nte in evoluzione, in qualche modo despeciali­zzandosi, contempora­neamente acquisendo una sufficient­e preparazio­ne nei vari dipartimen­ti che concorrono al business, dall’amministra­zione al marketing, dal personale alla quality assurance, dalla capacità di conoscere e rispettare i regolament­i e leggi del settore alla cura architetto­nica degli ambienti. Insomma, una nuova sfida che sicurament­e sapremo cogliere e gestire.

 ??  ??
 ??  ?? Pronti a ripartire Prove di distanza al Gambrinus e, nella foto piccola, Salvatore Velotto
Pronti a ripartire Prove di distanza al Gambrinus e, nella foto piccola, Salvatore Velotto

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy