Corriere del Mezzogiorno (Campania)

La novità del momento Il a casa da ravvivare ai fornelli

L’idea di un ristorante del Vomero, a Napoli: il delivery in cui il cliente conclude la preparazio­ne

- Elena Scarici

Non è pronto, è Quasipront­o ed è la novità del momento. Ci hanno pensato i proprietar­i del ristorante Meatin del Vomero. Ma che cos’è Quasipront­o? È un delivery ordini la cena e concludi la preparazio­ne a casa tua in pochi minuti. Il servizio è partito il 29 aprile, in pieno lockdown. «È stato il mio modo di rimanere in contatto con la gente in questo periodo», spiega Luca – uno dei proprietar­i del ristorante.

Ma vediamo come funziona: «Il cliente ordina il cibo, noi prepariamo tutto al momento. Come se fossimo al ristorante e noi lo consegniam­o a domicilio. Quando dico noi, intendo proprio noi di Meatin, il cliente riceve il cibo e lo deve solo ravvivare». Ravvivare significa che dovrà sempliceme­nte dargli 10 minuti di contatto in acqua bollente o in forno. In 10 minuti sembrerà di essere al ristorante. Verrebbe da chiedersi: perché non mettere sempliceme­nte il cibo pronto in contenitor­i termici e portarselo a casa? Evitando così di “mettere mano” ai fornelli? «Perché non è la stessa cosa, il risultato cambia, peggiora – aggiunge Luca – quando ordiniamo pizze, hamburger o patatine fritte, con la fretta di mettersi tutti a tavola per impedire che si freddi, le corse per aprire i cartoni e capire di chi è questo e di chi è quello, l’ansia di aprire il pacco e verificare le condizioni d’arrivo del suo contenuto, spesso ci costringon­o a mangiare pietanze fredde o a ritrovarci panini ribaltati o pizze gommose. Se sempliceme­nte prendessi il cibo cucinato e lo mettessi nel migliore dei contenitor­i termici, il risultato non sarebbe mai uguale a quello “dal vivo”.

A consegnare le pietanze, fino alla porta di casa, il perdiverso: sonale del ristorante, oltre a Luca, ci sono Luigi, Carol e Angelo. Nessun intermedia­rio.

Molto rigorosi anche sulla sicurezza tiene a precisare Luca: «Nessun contatto estraneo con gli alimenti: dalla cucina direttamen­te nella busta in sottovuoto. Poi, una volta a casa, dalla busta in sottovuoto al piatto». In ogni scatola sigillata le istruzioni chiare e dettagliat­e per completare la cottura. Ampia la scelta del menu: tra gli antipasti il vaso di Pandora: cipolla alla brace ripiena di salsiccia, o il fagottino di verza con giovenca o la norvegese con miele da apicoltura irpina. Tra i piatti caldi il risotto allo zafferano, la vellutata di zucca con friarielli saltati e salsiccia fresca, la zuppa di lenticchie con granella di maiale e verza, ampia scelta nelle carni: hamburger, ossobuco, stinco alla genovese, maiale, bocconcini di cinghiale, buona l’offerta per i bambini e ampia scelta di dolci: mousse al cioccolato o alla nocciola, tra gli altri, per i vini c’è solo l’imbarazzo della scelta. L’idea in più, a casa come al ristorante.

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