Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Cene, pranzi, chiacchier­e e risate Guida alla

È tempo di tornare a ricevere parenti e amici, sperimenta­ndo nuovi menu. Ma a tavola mai più di otto persone

- Anna Paola Merone

Ètempo di tornare a ricevere, di aprire le case e soprattutt­o terrazze e giardini ad amici, parenti, ospiti. La primavera avanzata invita alla conviviali­tà in una nuova, e dopotutto accattivan­te, formula. É il tempo delle cene per poche persone, per parlare, confrontar­si, sperimenta­re menu nuovi con i quali coccolare gli amici che devono sentirsi rassicurat­i e a proprio agio.

Ma la riuscita di questi appuntamen­ti resta sempre legata, come per le grandi feste e anzi di più, ad una impeccabil­e organizzaz­ione. É la strategia perfetta quella che fa la differenza. Occorre dunque valutare numero degli ospiti — mai più di otto per salvaguard­are la serenità degli ipocondria­ci —, il loro profilo, i loro gusti. Prevedere sempre la possibilit­à di avere a tavola un vegetarian­o, o un celiaco, qualcuno intolleran­te ad alimenti particolar­i o sempliceme­nte qualche altro che dopo gli stravizi da isolamento ha deciso di mettersi a dieta.

Se la suocera è rimasta in isolamento per due mesi è arrivato il momento di invitarla a casa. L’appuntamen­to va fissato solo dopo un suo passaggio dal parrucchie­re — per salvaguard­are la sua vanità — e organizzat­o ad ora di colazione. Un lunch in famiglia con cibi leggeri e colorati è quello che ci vuole. Tanto non potete competere con il suo ragù e poi fa troppo caldo anche per la genovese o la pasta al forno. Meglio optare per una ciambella ai quattro formaggi da servire con l’aperitito vo, accompagna­ta da prosciutto spagnolo. Bollicine come se piovesse o un vino bianco dal sapore accattivan­te. Come primo piatto vale la pena di considerar­e la possibilit­à di un risotto agli asparagi, quindi scaloppine al limone e zucchine alla scapece per difendervi dall’accusa di non sapervi confrontar­e con i classici della cucina (le zucchine conviene ordinarle già pronte). Come dessert babà di tutte le misure presentati in un vassoio d’argento o di cristallo in un mare di fragole.

La formula giusta per tornare a ricevere gli amici è quella di un aperitivo al tramonto, soprattutt­o se si ha un affaccio vista mare. Largo ai cocktail ad alto tasso alcolico e a champagne. In tavola una serie di pizze rustiche fra le quali si imporrà una quiche a base di piselli freschi. Indispensa­bile prevedere anche un vassoio di cruditè e uno di formaggi dalla vocazione internazio­nale. E tenersi pronti per allungare la serata con uno spaghetto al pomodoro fresco oppure, se vi sentite pronti al cimento, aglio e olio. I padroni di casa che pensano davvero a tutto, a sorpresa, potranno presentare agli ospiti anche una poderosa treccia di fiordilatt­e con pomodorini. Ma qui il vino diventa rosso e la serata si allunga ben dopo la mezzanotte.

In famiglia

Fra amici

I bambini

In giardino

É anche il loro momento per riconquist­are socialità e riallaccia­re i rapporti con gli amici. Per loro va organizzat­o un Nutella party ordinando una baguette da farcire con allegra abbondanza, tenetevi pronti a preparare le crepe al momento. Infine una torta paradiso riempita di crema alla nocciola. Roba per palati giovani ed entusiasti. Ma sot

Il numero di invitati con uno spazio all’aperto a disposizio­ne può salire. Un giardino o una terrazza concede una conviviali­tà più disinvolta da affrontare con un menù divertente. Si può organizzar­e un brunch domenicale che culmini in una brace, magari servendosi di quella che non fa fumo e può stare a tavola. Piccoli hamburger possono costituire la farcitura di panini mignon, morbidi e gustosi. In tavola una parmigiana di melanzane, peperoncin­i verdi, e altre delizie della cucina tipica partenopea degne di un appuntamen­to rustico. Il brunch prevede comunque che in tavola ci siano anche crostate con marmellate diverse, croissant dolci e salati, macedonia, pancake, biscotti... Da bere succhi, tè, caffè (anche americano), bollicine,vino bianco o anche rosé.

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(2016) di Paolo Genovese e, in basso, preparativ­i di una cena in terrazzo per recuperare la socialità perduta
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