Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Assalto a pizzerie e locali notturni «Subito 30 mila per cedere l’attività» Così la camorra entra nel commercio
In giacca e cravatta, con una borsa piena zeppa di documenti, la macchina aziendale in garage e la giusta determinazione che deve avere un uomo d’affari. Una frase su tutte: «Se mi date il vostro iban io per ora vi faccio fare un bonifico di 30mila euro, poi facciamo i conti e semmai chiudiamo». La camorra ha solo cambiato pelle, anzi vestito, ma la sostanza è sempre la stessa: sfruttare le crisi per entrare nel tessuto imprenditoriale e ripulire i soldi. Così se fino a pochi mesi fa il boss inviava il suo emissario con la faccia rude e il volto contrito dalla rabbia per poter convincere l’imprenditore a pagare tangenti o a «farsi aiutare», adesso manda intermediari finanziari che hanno banche a volte con sedi all’estero e una sconfinata disponibilità economica. Raccontano di vertiginosi investimenti, di proiezioni per il futuro a sei zeri e gettano fumo negli occhi a chi è con l’acqua alla gola.
Quello che sta accadendo a Napoli lo si percepirà bene fra qualche mese, quando chi non potrà più pagare verrà cacciato a calci dalla sua azienda e sarà costretto a cedere tutto agli emissari in giacca e cravatta della camorra. La Fase 2 è iniziata lunedì ma la malavita ha anticipato i tempi, come sempre. Lo sanno bene le associazioni che sul territorio si occupano di assistere e proteggere chi è vittima di estorsione e usura, non solo in Campania, ma in tutta Italia, perché adesso, con le piazze di droga chiuse, con i negozi che non possono più pagare il pizzo, è arrivato il tempo di aprire le casseforti e fare affari.
Prima di tutto, a Napoli e provincia, l’assalto è a pizzerie e ristoranti. Sono queste attività che nei mesi di chiusura hanno avuto i maggiori problemi finanziari e rischiano il collasso economico. Le prospettive non sono buone perché per il distanziamento dei tavoli perderanno molti posti a sedere e non è detto che ci sarà gente disposta a mettersi in fila per una pizza. Stessa sorte per i negozi di abbigliamento del centro di Napoli: la collezione invernale da buttare, zero incassi e per ora il miraggio di fare soldi con gli sconti di luglio. I cantieri edili i cui titolari devono sottostare a regole rigide e alla precisa rendicontazione dei costi sostenuti e delle persone che chiamano a lavorare. I piccoli bar della movida napoletana, che chissà quando rivedranno clienti affollare i banconi. Ci sono decine e decine di segnalazioni alle forze dell’ordine e alle stesse associazioni, di persone che si presentano alle porte delle attività commerciali e chiedono di parlare con i responsabili. Il più delle volte avvicinano commessi, che in cambio di un’assunzione certa nella nuova società, si prendono la briga di fare da intermediari.
«Abbiamo soldi, possiamo dare oggi stesso un acconto». E in molti stanno cedendo. Per i primi tempi non cambierà la titolarità dell’azienda poi con altri versamenti di soldi in contanti chi era proprietario diventerà un estraneo. La camorra si impossesserà dell’azienda e l’imprenditore diventerà disoccupato. I soldi sono tantissimi tanto che l’interesse dei clan napoletani si sta spostando anche fuori regione. Nel mirino alberghi e strutture turistiche della Riviera Romagnola, botteghe di Venezia, locali notturni di Milano.
«Siamo in una fase in cui famiglie e imprese ricorrono a prestito usurario e ciò avviene nel più totale silenzio spiega Luigi Cuomo, presidente nazionale di Sos Impresa - Spero che le persone denuncino. Se amano la famiglia e loro stessi, non devono pensare o tendere al suicidio ma raccontare anche in forma anonima quello che sta accadendo». Luigi Cuomo ci tiene a segnalare «la straordinaria sinergia tra prefettura e il commissario antiracket Porzio per dare risposte rapide a chi si affida allo Stato. Dico che nell’interesse dell’intera categoria di commercianti e imprenditori è utile segnalare così da consentire agli inquirenti di capire dove si annidano i capitali».
Luigi Cuomo
Centinaia di casi Denunciare è l’unica soluzione