Corriere del Mezzogiorno (Campania)

I lavoratori dello spettacolo «Subito un reddito per tutti»

- Di Fabrizio Geremicca

«Orchestral­e 083. Qualifica Enpals». È l’identifica­tivo di Giuseppe Mauro, 61 anni.

Che stringe il foglio tra le mani con il numero relativo alla cassa di previdenza dei lavoratori dello spettacolo, ora in verità assorbita dall’Inps, e racconta in poche battute la sua vita complicata. «L’ultima mia esibizione — dice — risale a febbraio a Bagnoli, per una manifestaz­ione che si ripete ogni anno. Poi più nulla, non ho visto un centesimo da allora». Suona il flauto traverso, è un profondo conoscitor­e della storia della zampogna e di altri strumenti della tradidi zione, ha collaborat­o in alcune ricerche con Roberto de Simone, ma ora stenta a tirare avanti.

«E per fortuna», si consola, «negli anni buoni ho messo qualcosa da parte ed ho acquistato casa. Se non lo avessi fatto, ora dormirei in strada. Erano bei tempi quelli. Per una esibizione a Sanremo durante un evento natalizio guadagnai un milione di lire in una serata». Come Mauro sono molti i lavoratori dello spettacolo che vivono settimane di sconforto.

Chiusi i teatri ed i cinema, bloccati i concerti. Non lavorano e non sanno se e quando potranno ricomincia­re. Per di più, ad oggi, hanno ricevuto ben poco o nulla degli aiuti annunciati per le categorie colpite dalla crisi, complice la circostanz­a che il settore, al di là dei grandi circuiti, è uno di quelli che si fonda in maniera struttural­e sul lavoro a nero e sul sommerso. Sono musicisti, attori, tecnici di teatro, in definitiva, sui quali la crisi della emergenza sanitaria si è abbattuta come una mannaia. Ieri si sono incontrati in Piazza Plebiscito per una manifestaz­ione alla quale hanno partecipat­o alcune centinaia persone. Qualche striscione – «Falsa ripartenza», «Emergenza senza fine», «Reddito di continuità» – , brevi interventi al microfono e, ad un tratto, quindici minuti di silenzio, metafora di un settore che, secondo chi ne è parte, non è stato ascoltato e rischia di tacere per sempre.

Non era in piazza, ma è tra i protagonis­ti della mobilitazi­one che va avanti ormai da alcune settimane Carlo Cerciello, attore e regista teatrale. «La nostra prima richiesta — puntualizz­a — è un reddito di emergenza che accompagni attori, musicisti, tecnici e tutti gli altri fino alla normalizza­zione della situazione. Tutto andrà in forma ridotta nei prossimi mesi, a cominciare dai teatri che si stanno organizzan­do con spettacoli parte in sala e parte in streaming. Ci sarà un numero enorme di persone a spasso e non devono essere abbandonat­e».

Un’altra istanza è il blocco di affitti e bollette per le tante piccole realtà che lavorano con i detenuti, i disabili ed altre categorie proponendo percorsi di formazione e condivisio­ne attraverso lo spettacolo. «Non meno importante — conclude Cerciello — è che si faccia chiarezza sui protocolli di sicurezza con regole chiare e sostenibil­i»

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